Reverse charge” significa, letteralmente, “inversione contabile” e viene regolamentata dal Dpr 633/1972, precisamente al comma 5 dell’articolo 17. Si tratta dell’addebito dell’Iva in capo al destinatario di beni o servizi ceduti o erogati, laddove sussistano le condizioni legali per farlo.

Cos’è l’IVA

dichiarazione iva
Dichiarazione IVA 2017, istruzioni per la compilazione

L’Iva è l’Imposta sul Valore Aggiunto, applicata in tutta la UE e in molti altri paesi del mondo. Si applica sul valore aggiunto di tutte le fasi della produzione, dell’erogazione di servizi e sulla produzione e vendita di merci e beni.

In Italia l’Iva è percentualizzata al 22per cento, anche se esistono alcuni prodotti che fanno eccezione e che vengono addizionati di Iva in percentuali diverse, ad esempio:

  • 4per cento sui beni di prima necessità, sulle opere edilizie atte ad eliminare le barriere architettoniche, sui prodotti necessari per l’agricoltura come fertilizzanti e sementi, sui libri
  • 5per cento su servizi sanitari, socio-assistenziali, relativi ai servizi sociali, educativi o riabilitativi in società, didattici, di reinserimento, di supporto psichiatrico e psicologico
  • 10per cento su alcuni recuperi edilizi ai fini della conservazione, su alcune opere di restauro, sulla maggior parte dei prodotti turistici e su alcuni prodotti gastronomici

L’Iva è un’imposta indiretta, che fornisce allo Stato degli introiti importanti. Statisticamente, per quanto riguarda l’Italia, si stima che le entrate relative all’Iva rappresentino più del 60per cento dell’intero ammontare delle tasse indirette che entrano nelle casse dello Stato, ogni anno.

Come funziona il meccanismo dell’Iva

calcolare iva reverse charge
Come calcolare l’IVA

L’Iva è applicabile in tre casi specifici, che rappresentano la quasi totalità degli scambi commerciali di beni e servizi tra esercenti e consumatori:

  • su prestazioni di servizi e vendita di beni, che rappresentino motivo oggettivo di applicazione dell’imposta: cessioni, vendite, usufrutti, prestazioni professionali
  • su prestazioni di servizi e vendita di beni in cui l’esercente sia un soggetto fisico
  • su prestazioni di servizi e vendita di beni all’interno del territorio di competenza

L’Iva viene pagata dal consumatore, cioè da chi usufruisce del servizio o acquista merci e beni. Gli incassi derivanti dall’Iva, però, non sono guadagni dell’esercente o del venditore, che dovrà versarli allo Stato.

In parole povere: l’Iva la paga, allo Stato, chiunque incassi soldi tramite prestazioni professionali o vendite di beni e servizi. La tassa corrisposta dagli esercenti, però, viene effettivamente pagata dai consumatori. L’Iva viene infatti scorporata dalla fatturazione totale degli esercenti.

Come si scorpora l’Iva

iva reverse
Come si scorpora l’IVA?

Quando un professionista o un’azienda fattura, deve, al momento della dichiarazione dei redditi, restituire l’Iva che gli hanno pagato i clienti, allo Stato. Lo si fa tramite il modulo f24, online, o tramite il commercialista o un patronato.

Se, per esempio, un professionista ha emesso ed incassato una fattura del valore di 100€, e propone servizi con Iva standard al 22per cento, dovrà eseguire il seguente calcolo:

– 100×100= 10.000
– 10.000/122= 81,9
– 100-81,9= 18,1
– 18,1 euro è la somma dell’Iva che l’esercente, o il professionista, dovrà rimborsare allo Stato su quella fattura da 100 euro

Cos’è Il reverse charge?

agenzia delle entrate
L’Agenzia delle Entrate si occupa della riscossione dell’IVA mediante il modello F24

Il reverse charge è una particolare situazione per la quale, contrariamente al solito, l’Iva deve essere restituita allo Stato da parte del beneficiario di servizi o dell’acquirente di beni o merci.

Per essere applicabile deve sussistere una situazione specifica, nella quale sia l’esercente che il consumatore siano soggetti passivi.

In questo caso il venditore fattura all’acquirente il prezzo netto corrispondente al servizio o bene in oggetto ed incasserà la fattura sotto-forma di guadagno. L’Iva viene aggiunta in seguito al prezzo finale e pagata dall’acquirente.

L’esercente dovrà, in questo caso, registrare la fattura sia nel registro delle vendite che in quello delle fatture emesse, specificando che si tratta di un caso di reverse charge. Al momento della dichiarazione di reddito, tali fatture, non andranno contabilizzate in scorporo dell’Iva ma registrate come introiti netti.

In quali settori si può applicare il metodo di reverse charge

calcolo dell'iva
Calcolo e applicazione del reverse charge dell’IVA

I settori in cui è possibile applicare il metodo di inversione contabile sono diversi. Sono tutti elencati nel Dpr, all’articolo 17 nel comma 5.

Reverse charge nel settore edilizio

Per quanto riguarda l’edilizia, il reverse charge si applica nei seguenti casi:

  • nelle opere edilizie, di restauro, costruzione o ristrutturazione, manodopera inclusa, prestate da ditte di subappalto nei confronti della principale ditta responsabile del lavoro
  • in tutte le operazioni di demolizione edilizia
  • in tutte le operazioni di pulizia, disinfezione, disinfestazione, rifinitura e complementazione di un edificio sotto responsabilità di una ditta costruttrice
  • nella posa in opera, da parte di ditte subappaltatrici, di impianti
  • nella vendita di fabbricati o parti di essi
  • nel trasporto, gestione e smaltimento di macerie, rottami edilizi, inclusi metalli

Reverse charge nel settore dei Consorzi

Si può applicare l’inversione contabile quando sono implicati i consorzi subordinati ad autorizzazione dell’UE, ad esempio in questi casi:

  • quando un consorzio vince un appalto, o commessa, nei confronti di un ente pubblico, al quale è obbligato a fare fattura. L’autorizzazione necessaria viene concessa grazie al Decreto Legge n.163/2006, che implementa il Dpr 633/1972

Reverse charge nel settore dell’oro

l’Iva viene addebitata all’acquirente anche in caso di investimenti o scambi di oro, nei seguenti casi:

  • cessioni e vendite di quote derivanti da investimenti in oro
  • cessioni e vendite di manufatti in oro, con una purezza minima di 325 millesimi

Reverse charge nel settore delle energie

Il settore energetico, insieme all’edilizio, è quello che conta più casi in assoluto di possibilità applicativa di reverse charge. Alcuni esempi, oltre all’installazione di impianti già menzionata:

  • cessione e vendita di gas ed energie a soggetti passivi
  • trasferimenti di quote di energie e gas
  • trasferimenti di unità ai gestori

Reverse charge nel settore del commercio

Per quanto riguarda l’applicazione del reverse charge nel commercio, si applica solo in fase pre-vendita al dettaglio. Ciò significa che può essere effettuato tra casa produttrice e ingrosso o tra distributore all’ingrosso e dettagliante. L’Iva non va mai a pesare, in termini di gestione fiscale, sull’acquirente finale. I casi esemplificativi sono:

  • elettronica ed informatica: processori, microprocessori, server, materiale hardware
  • rifornimenti di merce effettuati a ipermercati, supermercati, grandi magazzini, anche per quanto riguarda bancali

A cosa serve l’inversione contabile

iva f24
Applicazione dell’IVA sull’F24

Il metodo del reverse charge è stato messo a punto ed entrato in vigore, a partire dal 1972, per due motivi fondamentali:

  • la semplificazione
  • la maggior verifica e il miglior controllo contro l’evasione fiscali

Facendo il modo che, a pagare l’Iva all’Erario, sia direttamente l’acquirente, si salta un passaggio, ossia lo scorporo, da parte dell’esercente, dell’Iva incassata dai clienti. In questo modo si limita la possibilità che, chi distribuisce beni e servizi in quantità importanti, possa evadere il Fisco.

Infatti, se il produttore X vende prodotti a 100 aziende, tutte sono chiamate a versare l’Iva sui quei prodotti. Questo rende più semplici le operazioni di verifica e monitoraggio dei corretti pagamenti, perché si monitora, in maniera capillare, una minore quantità di prodotti e servizi spalmati su una maggiore quantità di contribuenti.

Il vantaggio del reverse charge negli scambi con l’estero

L’inversione contabile trova la sua migliore applicazione, ai fini del controllo delle entrate statali, nei scambi intracomunitari o con l’estero. Infatti, questa metodologia fiscale evita che aziende estere possano far pagare l’Iva ai consumatori di uno Stato e re-incassarla nel proprio Stato di operatività.

liquidazione iva
Comunicazione liquidazioni periodiche dell’IVA

Il metodo reverse charge non influisce sulla detrazione

Secondo quanto decretato dalla Corte di Giustizia UE, l’applicazione del reverse charge non influisce in alcun modo sulla possibilità di scaricare l’Iva, laddove il soggetto che dichiara e restituisce l’Iva abbia i requisiti per farlo.

I soggetti giuridici, quindi, che beneficiano della possibilità di scarico dell’Iva senza limitazioni, potranno usufruirne anche su fatture reverse charge, non pregiudicando, così, il concetto di neutralità dell’Iva. In caso i totali calcolati risultassero a credito, saranno rimborsati come previsto dalle leggi fiscali in vigore.

Il valore dell’Iva reverse charge da restituire, infatti, ha anche valore di Iva pagata: in questo caso l’operazione si annulla, restituendo all’imposta la sua neutralità. In caso, invece, di limiti per lo scarico, la differenza andrà, a seconda dei calcoli, nella colonna dell’Iva a debito o a credito e sarà da pagare, o da recuperare, in percentuale calcolata sull’esubero.

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