Quando si fa riferimento agli ETF sul petrolio è bene tenere conto del fatto che sono davvero numerosi e che, peraltro, sono tutti quotati su Borsaitaliana.it

Per tale ragione, è importante evitare di concentrarsi sugli ETF (acronimo di Exchange traded fund) che operano a leva. In questo modo, si avrà la possibilità di evitare l’effetto cosiddetto compounding. Ma quale ETF scegliere. Scendiamo più nel dettaglio e vediamo di scoprirlo. Intanto in quest’articolo capiremo come e perché avvengono le variazioni delle quotazioni del petrolio in tempo reale.

Cosa scegliere tra petrolio Brent e WTI

petrolio brent o wti

Com’è noto, gli ETF non fanno altro che effettuare un investimento nella materia prima. Quando si parla di materia prima, però, è necessario tenere conto de fatto che si qualità di petrolio ne esistono ben due e che tra loro sono diverse sia per quanto riguarda il luogo fisico in cui il petrolio viene estratto che in merito agli idrocarburi.

Cos’è il petrolio? 2 tipi:

  • Il petrolio Brent proviene dal Mare del Nord e i professionisti del settore lo considerano un prodotto cosiddetto dolce. In linea di massima, tale prodotto è preferito dagli europei. In riferimento, invece,
  • Abbiamo anche il petrolio WTI, è utile tenere conto del fatto che, nonostante anche in questo caso si abbia a che fare con un prodotto comunemente definito dolce, esso è preferito negli Stati Uniti d’America e sotto il profilo qualitativo è superiore rispetto al precedente.

In tale ambito, è bene anche precisare che per gli investitori la tipologia di petrolio è quasi del tutto irrilevante poiché si ha a che fare con la stessa tipologia di commodity anche se è bene comunque essere a conoscenza di tali informazioni in modo tale da poter esprimere un’opinione in merito al prezzo del petrolio.

I migliori ETF/ETC: ecco come individuarli

Anche solo osservando la Borsa di Milano si ha la possibilità di notare che ad essere quotati sono moltissimi sia ETF che ETC. In alcuni casi abbiamo a che fare con la cosiddetta leva che, però, in tale ambito, risulta essere de tutto inutile poiché ben si adatta solo a coloro che hanno intenzione di fare trading ma di certo non ha chi ha intenzione di effettuare un investimento di medio respiro e che, tra le altre cose, ha intenzione anche di dare seguito ad una interazione con gli altri ETC che ha già nel proprio portafogli.

In tale ottica, è sufficiente concentrarsi solo ed esclusivamente su due strumenti. Per il momento, è necessario riflettere il merito al fatto che nel primo caso il sottostante è il cosiddetto Brent e nel secondo, invece, il WTI. In entrambi i casi, l’andamento degli ETF sul petrolio risulta essere pressoché simile anche se pare che il Brent abbia reso in media di più pur essendo dotato di una liquidità nettamente inferiore.

Quale è il migliore investimento sul petrolio

investimento petrolio

Esistono diversi modelli di investimento in petrolio. Per quanto riguarda l’ETF sul Brent, è bene soffermarsi in merito al fatto che il volume di scambio è stato di ben 43 milioni di euro nei primi 4 mesi del 2017. In merito, invece, all’ETF sul WTI nel medesimo periodo gli scambi sono stati addirittura per 211 milioni. In tale ambito, è bene anche precisare che questi ETF sono molto volatili e che, dunque, la cosa più importante è tenere conto della liquidità piuttosto che degli altri aspetti. Ciò vuol dire che, almeno per il momento, la cosa migliore da fare è scegliere WTI e non Brent. In ogni caso, investire sul petrolio risulta essere sempre una scelta interessante oltre che vantaggiosa.

Perché investire nel petrolio? Il petrolio, infatti, nonostante il fatto che nell’ultimo periodo ha fatto i conti con un abbassamento del prezzo del petrolio notevole, è ancora una delle commodity più scambiate e continua ad avere un notevole appeal tra gli investitori. Ovviamente, data la volatilità dei mercati, prima di dare seguito ad ogni genere di investimento, è fondamentale analizzare ogni aspetto nei minimi dettagli al fine di evitare di dover fare fronte a perdite.

Cosa fare per un buon investimento? Senza alcun dubbio, la cosa più importante da fare è quella di tenere conto dell’andamento dei singoli mercati, facendo un’analisi sia nel dettaglio che generale. In questo modo, riuscire ad individuare quante risorse utilizzare per effettuare l’investimento sarà semplice e fruttuoso. In caso contrario, il rischio potrebbe essere a portata di mano oltre che difficilmente sanabile sia nell’immediato che nel lungo periodo.

L’alternativa è di non acquistare ETF ma Azioni petrolifere

azioni petrolio

Volendo, chi ha intenzione di investire nel petrolio ha anche la possibilità di acquistare non un ETF ma un vero e proprio portafoglio di azioni che, come è facile intuire, è composto da varie società che operano in questo settore. Attraverso questa semplice operazione si ha l’opportunità di sottoporre il controvalore ad un’oscillazione di prezzo poiché l’impatto sulle quotazioni diventa mediato.

Ovviamente, prima di cimentarsi in una simile operazione è bene tenere conto di tutte le variabili e, soprattutto, analizzare con particolare attenzione tutte le eventuali conseguenze. Gli esperti del settore sono ben consapevoli del fatto che gli ETF sono prodotti particolarmente volatili e che, dunque, il rischio è quello di una grossa perdita.

In tale logica, la cosa migliore da fare è quella di analizzare il mercato in maniera approfondita e muoversi con la massima cautela, cercando di esporre il meno possibile a rischi i propri investimenti e, soprattutto, i propri risparmi. Al netto di ciò, gli ETF continuano ad essere prodotti interessanti e notevolmente vantaggiosi se sfruttati nella maniera corretta.

Portafoglio diversificato: i vantaggi di inserire un ETF

portafoglio etf

Una cosa è certa: inserire un ETF in un portafoglio diversificato potrebbe rappresentare un interrogativo non indifferente. A tale riguardo, è utile accendere i riflettori sul concetto di correlazione. Se, com’è vero, gli ETF hanno un andamento asincrono dovuto principalmente al dimezzarsi del prezzo del petrolio nell’ultimo periodo, tale commodity ha continuato ad avere un andamento mediamente positivo per quanto concerne le azioni mondiali.

Nel caso in cui tale correlazione dovesse rimanere negativa, si avrebbero tutti i motivi per supporre una crescita di valore o, comunque, una stabilità. Indipendentemente da ciò, chi ha intenzione di investire in ETF deve sempre tenere conto del fatto che questi sono prodotti decisamente volatili e che, dunque, è bene dedicargli solo ed esclusivamente una parte relativamente marginale del proprio portafoglio.

Ciò molto semplicemente al fine di evitare di dover fare i conti con spiacevoli perdite a dir poco imprevedibili oltre che irreparabili.

Consiglio per l’investimento in commodity ETF

commodity eft

La cosa migliore sarebbe di dedicare a tale commodity una quota che va dal 3per cento fino al 5per cento del proprio portafoglio. Questo range offre la possibilità di mettere al sicuro i propri investimenti e di riuscire ad ammortizzare eventuali perdite. In tale ragionamento, è bene anche riflettere in merito al fatto che il rischio contagio è decisamente dietro l’angolo e che può rappresentare un pericolo non indifferente soprattutto nel caso in cui il prezzo del petrolio fosse non troppo stabile.

In ultimo, è bene precisare che gli ETF sono molto sensibili ad ogni genere di aumento del tasso di interesse e che, quindi, potrebbero perdere notevolmente quota anche nel caso il cui il dollaro dovesse fare i conti con qualche ribasso.

A questo punto, gli investitori hanno tutti gli strumenti per riuscire a mettere in pratica una strategia in tal senso. Non resta altro da fare che stabilire la reale convenienza e procedere con gli investimenti non senza, però, aver prima elaborato una strategia sia di breve che di lungo periodo finalizzata ad arginare gli eventuali riscontri negativi nell’investimento in EFT petroliferi.

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