Sono in molti gli investitori che puntano all’acquisto dei titoli di stato BTP, in considerazione del loro rendimento reale.

Come noto, attraverso i BTP, ovvero i buoni del tesoro pluriennali, i risparmiatori percepiranno una cedola di interesse in base al rendimento, con cadenza semestrale.

Questi titoli vengono definiti a capitale garantito, poiché prevedono, di regola, il rimborso dell’intero valore nominale alla loro scadenza. In altri termini, al termine della scadenza, i BTP assicurano al risparmiatore il rimborso della quota capitale impiegata per il loro acquisto.

In linea generale, l’acquisto dei BTP non vincola l’acquirente, lasciandolo libero di liquidarli e quindi di venderli senza dover aspettarne la scadenza naturale.

Investire in titoli di stato BTP, che hanno scadenza variabile da 2 a 50 anni, sono continuamente oggetto di compravendita, dettata dall’andamento del mercato finanziario e dalle condizioni che lo regolano. Tuttavia, investire in BTP non è sempre conveniente, in quanto questi titoli non sempre offrono un rendimento netto positivo.

Costi e tassazione che incidono sul rendimento netto dei BTP

rendimenti Btp
Sui Btp gravano costi, ma più si investe, più ci si può attendere un guadagno

Appare fondamentale conoscere diversi aspetti quando si decide di investire in buoni del tesoro pluriennali. Al fine di verificare l’andamento dei BTP che si hanno nel proprio portafoglio, occorre saper considerare tutti i costi che gravano, anche in maniera piuttosto rilevante, sul loro valore nominale.

  • Uno dei primi elementi da tenere presente riguarda il prezzo di acquisto dei BTP, il quale include anche il costo sopportato per le commissioni di acquisto pagate all’atto dell’intermediazione. Tali commissioni, in misura variabile e solitamente dell’1per cento, concorrono alla determinazione dell’effettivo valore nominale dei BTP.
  • Nella valutazione fra prezzo, tasso e guadagno netto è necessario altresì stimare l’incidenza delle imposte statali sul rendimento. Si rammenta, infatti, che la percezione di rendite finanziare è soggetta ad una specifica aliquota di tassazione, sia per le persone fisiche che per le imprese. Per quanto concerne i BTP, come per gli altri titoli rientranti nella white list, la tassazione della cedola è pari all’imposta sostitutiva del 12,50per cento.
  • A quanto sopra si aggiunge, tra imposta di bollo e balzelli vari, anche l’imposta sul disaggio di emissione, definita come il differenziale fra il prezzo di emissione del BTP ed il suo valore di rimborso alla sua scadenza. Un differenziale negativo inciderà negativamente sul rendimento. Nei fatti, quindi, i BTP possono comportare il pagamento di un rateo sul loro disaggio di emissione, secondo la quota del periodo di possesso.
  • Altrettanto importante, da non sottovalutare, è la tassazione sulle plusvalenze che colpisce le vendite dei BTP prima della scadenza prestabilita. Le imposte sulla plusvalenza, altrimenti definite imposte sul capital gain, si determinano operando la differenza fra il prezzo di vendita e quello di emissione, sul cui importo saranno defalcate l’imposta del 12,50per cento e le imposte sullo scarto. Diversamente, le minusvalenze sono oggetto di compensazione per un periodo di quattro anni con le plusvalenze e non offrono alcun credito di imposta.

Determinazione del rendimento netto dei BTP

investire in btp
Calcolare il rendimento netto dei Btp ci aiuta a prevedere se sarà positivo o negativo

Una volta fatta chiarezza sulla terminologia ed individuati i principali costi e la tassazione che incidono sul valore nominale dei BTP, sarà possibile determinare il rendimento netto dei BTP e stabilire se questo sia positivo o negativo.
Si precisa che il calcolo del rendimento netto dei BTP non è alla portata di tutti e richiede profonda conoscenza del tema e di tutte le variabili coinvolte. Per operare un calcolo che fornisca un risultato quanto più vicino al rendimento effettivo si può ricorrere ad una formula matematica specifica, da attualizzare, che tenga conto della cedola semestrale, del costo di acquisto dei BTP, del capitale rimborsato netto e del numero di anni mancanti per la scadenza.

Una formula piuttosto incompleta, come si vedrà di seguito, che viene utilizzata per calcolare il rendimento approssimativo dei BTP è la seguente:
(interessi/capitale investito)*(365/giorni dell’investimento)*100

Sulla scorta di tale principio, si spiega perché di fronte ad un rendimento netto negativo gli investitori più saggi tendono a liquidare immediatamente il titolo, in modo da recuperare la plusvalenza che, a conti fatti, sarà superiore al totale degli interessi che verranno corrisposti alla scadenza del BTP.

Acquisto sopra la pari ed acquisto sotto la pari

Investire in btp italiani
Acquistare Btp italiani per investire nel paese: acquisto sotto la pari o sopra la pari?

Nella determinazione del rendimento netto dei BTP, particolare attezione è da rivolgere al rapporto fra valore di mercato e valore nominale. Il valore di mercato dei BTP non coincide con il suo valore nominale di 100. Il valore di mercato potrebbe essere tanto inferiore, ad esempio 80, quanto superiore al valore nominale, come ad esempio 120. Nel primo caso si parla di acquisto sotto la pari e nel secondo di acquisto sopra la pari.

Supponendo di aver acquistato BTP a 10 anni, ad un prezzo sotto la pari di 80 e con cedola del 2per cento, questo implica pagare un importo di 80 che allo scadere dei 10 anni verrà rimborsato a 100, oltre alla cedola. Inoltre, nel caso in questione, si potrà beneficiare anche della differenza positiva fra il prezzo di emissione e quello alla scadenza.

Il rendimento globale, in questo caso, assumerà la seguente formula matematica:
R=(C+D/t) / P *100
ove D rappresenta la differenza fra rimborso ed emissione, t sono gli anni fra le due scadenze e P è il costo d’acquisto del BTP.

Quando si acquista sotto la pari o sopra la pari occorre anche valutare l’incidenza del capital gain e del credito di imposta.

  • Nell’ipotesi di acquisto sotto la pari, avendo pagato meno all’atto dell’acquisto, l’investitore sopporterà il capital gain del 12,50per cento, senza beneficiare di alcun credito di imposta.
  • Diversamente, quando si acquista sopra la pari, l’investitore pagherà di più e otterrà un credito di imposta, del 12,50per cento, con un valore di rimborso che coinciderà con il valore nominale dei BTP.

La conoscenza del meccanismo descritto è di fondamentale importanza per investire i propri risparmi con successo, così da considerare al meglio le implicazioni sul rendimento netto dei BTP.

BTP a medio e lungo termine

investire in btp come risparmio
Investire in Btp è una vera e propria forma di risparmo, come avere un salvadanaio per grossi investimenti

Nell’immaginario collettivo, i BTP, specialmente intorno agli anni ’90, sono stati generalmente considerati come una forma di investimento capace di dare cedole costanti e destinata a quegli investitori poco dediti al rischio ed amanti dei sonni tranquilli.

Di contro, specie nell’ultimo periodo, il repentino calo del rendimento dei BTP ha reso questi titoli poco appetibili per coloro che cercano un payout veloce ed interessante. I BTP sono quindi titoli da rivolgere a coloro che non vantano molte pretese, oltre a chi pratica trading online o desidera soluzioni per accantonare i propri risparmi.

La tendenza di molti investitori è quella di puntare su BTP a lunga scadenza, in quanto ritenuti molto più stabili e difensivi, anche se devono far i conti con la stabilità politica di molti paesi.
Altri risparmiatori continuano a credere sui BTP a breve termine, anch’essi sottoposti alla generalizzata situazione di crisi internazionale.

Pertanto, per i BTP, non è possibile stabilire se una soluzione sia migliore dell’altra e del resto anche le valutazioni sulla cedola bassa o alta si stimano da caso a caso. L’unica cosa certa è che investire in buoni pluriennali del tesoro, siano essi a medio o lungo termine, non è, in assoluto, una scelta sempre vantaggiosa.

Conviene davvero investire in BTP?

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Investie in Btp Italia: un vantaggio o uno svantaggio?

Chi ha già investito in BTP somme più o meno importanti, si pone il dubbio su come muoversi e se sia il caso di mantenere un tale investimento, di fronte ad un panorama economico e politico che sembra non promettere nulla di buono.

Avere le idee chiare sul rendimento netto dei propri BTP permette di intraprendere le migliori scelte sulle sorti dell’investimento e conseguentemente di ponderarne una vendita intelligente. Del resto il rendimento odierno dei titoli di stato è il più basso mai raggiunto ed investire in BTP significa avere a che fare con remunerazioni alquanto irrisorie.

Pertanto, chi vuole assicurarsi un rendimento, non può limitarsi ad investire in BTP ma dovrebbe valutarne la liquidazione per recuperare quantomeno la plusvalenza e limitare i danni. Il mercato finanziario, per fortuna, offre molti strumenti alternativi e decisamente più allettanti.

L’investitore accorto, considerando le condizioni del panorama economico e politico in corso, potrà sviluppare un apposito piano di investimento, diversificando più strumenti. Spaziare su commodities, obbligazioni internazionali ed azioni è già un buon punto di inizio per voltare le spalle ai cari vecchi BTP.

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