La presenza del Regime Forfettario 2019 può rivelarsi particolarmente vantaggiosa non solamente perché il contribuente pagherà una Flat Tax al 15% invece di subire l’applicazione di un’Irpef ordinaria secondo gli scaglioni attualmente previsti, ma perché verrà esonerato da una serie di adempimenti che gravano invece sulle spalle della generalità dei contribuenti.

In particolar modo, in riferimento alle semplificazioni ai fini Iva, i contribuenti che che applicano il regime forfetario:

  • non dovranno addebitare l’imposta sul valore aggiunto (Iva) in fattura ai propri clienti e non detraggono l’Iva sugli acquisti;
  • non liquidano l’imposta sul valore aggiunto, non devono effettuare alcun versamento e non sono obbligati pertanto a presentare la dichiarazione e la comunicazione annuale Iva;
  • non devono comunicare all’Agenzia delle Entrate le operazioni rilevanti ai fini Iva (il c.d. “spesometro”) né quelle effettuate nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio in Paesi cosiddetti black list;
  • non hanno l’obbligo di registrare i corrispettivi, le fatture emesse e le ricevute;
  • sono esonerati dall’obbligo della fatturazione elettronica.

Questo non significa, comunque, che il contribuente che è in Regime Forfettario 2019 sia completamente esonerato dagli adempimenti. Anche i contribuenti che applicano questo regime hanno infatti l’obbligo di:

  • numerare e conservazione delle fatture di acquisto e le bollette doganali;
  • certificare i corrispettivi.

Tra gli altri adempimenti che gravano su tali contribuenti vi è anche la necessità di integrare le fatture per le operazioni di cui risultano debitori di imposta, indicando l’aliquota e la relativa imposta, e versando quanto dovuto entro il giorno 16 del mese successivo a quello di effettuazione delle operazioni, senza diritto alla detrazione dell’imposta relativa.

Per quanto attiene la documentazione da conservare e gli altri adempimenti, i contribuenti che ricadono all’interno del nuovo Regime Forfettario 2019 vengono altresì esonerati dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili. Rimane comunque fermo l’obbligo di tenere e conservare i registri previsti da disposizioni diverse da quelle tributarie.

Infine, i contribuenti forfettari non applicano gli studi di settore e i parametri, sebbene in sede di dichiarazione dei redditi siano tenuti a fornire alcune informazioni relative all’attività svolta. Non dovranno neppure operare le ritenute alla fonte, anche se rimangono obbligati a indicare in dichiarazione dei redditi il codice fiscale del soggetto a cui sono stati corrisposti emolumenti. Infine, considerata la scarsità dell’imposta sostitutiva (15% o 5%) non subiranno le ritenute d’acconto.

Flat tax 15%: quanto si risparmia

Evidentemente, il beneficio principale di coloro che hanno i requisiti utili per accedere alla Flat tax 15% non può che essere rappresentato dalla possibilità di pagare meno imposte sui redditi prodotti. E, inoltre, la possibilità di poter pianificare meglio il proprio budget, visto e considerato che sarà molto più facile cercare di anticipare quante imposte si dovranno pagare in un determinato esercizio.

L’obiettivo della Flat tax, infatti, non è quello di cumulare i redditi e assoggettarli ad un’aliquota Irpef progressiva, bensì creare una imposizione sostitutiva (in questo caso, del 15%) che andrà ad essere applicata a qualsiasi livello di ricavo all’interno dei limiti sopra previsti (nel nostro attuale scenario, 65.000 euro).

Dunque, contemporaneamente, un beneficio in termini di risparmio e una maggiore semplificazione. E per quanto concerne le detrazioni?

Considerato che la Flat tax al 15% non ammette la possibilità di detrarre nessuna spesa dal proprio reddito, si dovrà rinunciare al beneficio fiscale legato all’opportunità di “scaricare” spese come quelle legate alla propria professione. Poco male, però, perché nella maggior parte dei casi la rinuncia alle detrazioni fiscali è ben controbilanciata dal fatto che l’aliquota Flat tax è “solo” del 15%.

Non solo. Come se non bastasse quanto sopra, il 15% non va ad essere applicato sul fatturato / ricavo complessivo dell’anno, ma sul fatturato al netto di un coefficiente di redditività che cambia a seconda della professione. Per le attività professionali è generalmente del 22%, con la conseguenza che il 15% di imposte sui redditi non dovrà essere applicato sul ricavo, bensì sul ricavo – 22%.

Come sempre, se si ha bisogno di chiarimenti o di ulteriori dettagli sul funzionamento dell’imposizione fiscale con la Flat tax, consigliamo di ricorrere all’ausilio dell’Agenzia delle Entrate, consultando il suo sito internet o, in alternativa e per casi ancora più specifici, provvedendo a contattare direttamente gli uffici territorialmente competenti. ffff

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