Investire in obbligazioni Venezuela: quello che devi sapere

Che la situazione del Venezuela fosse molto complicata era risaputo già da diversi anni. Lo stato sovrano, nel corso degli ultimi cicli economici, ha fatto spesso parlare di sè per via della altissima volatilità che ha contraddistinto il suo andamento di borsa e per le continue crisi di governo e di liquidità che ha dovuto affrontare.

Non sorprende che la sua situazione attuale sia frammentata; le agenzie di rating internazionali hanno annunciato il default tecnico – che si verifica quando lo stato non è più in grado di pagare i debiti che ha contratto con i suoi creditori – già diversi mesi fa, eppure la comunicazione ufficiale del fallimento non è mai stata annunciata e questo getta una flebile luce di speranza nei possessori di strumenti finanziari legati al Venezuela, soprattutto agli obbligazionisti.

Le soluzioni possibili alla crisi

Come si è già visto nel passato, quando al collasso erano altri stati sovrani – come ad esempio la Grecia – le opzioni che si profilano come possibili per intervenire ed evitare che la situazione compromessa di uno stato pregiudichi le economie degli altri sistemi, sono sostanzialmente tre:

  • Default del Venezuala, che scatenerebbe una tempesta perfetta
    Ristrutturazione del debito contratto – come già avvenuto per l’Argentina, è stata paventata la possibilità di allungare la durata delle obbligazioni emesse dallo Stato e fermare il pagamento delle cedole – in modo da consentire all’amministrazione di uscire dal periodo di crisi con delle manovre economiche mirate.
  • Default parziale – dal momento che le sorti del Venezuela sono legate a doppio filo a quelle della compagnia petrolifera Pdvsa. Le obbligazioni emesse dallo Stato andrebbero in default, ma non quelle della società petrolifera che continuerebbero a pagare le loro cedole ed a stare regolarmente sul mercato.

L’intervento delle potenze economiche di Russia e Cina ha per adesso dato un attimo di respiro allo Stato, ma la tensione resta alta. I titoli obbligazionari continuano a macinare perdite in borsa – nell’ordine dei 2 o 3 punti percentuali per titolo – e la situazione non fornisce grossi spunti per un’analisi ottimistica.

L’approccio dei grandi investitori

L’obbligazione Venezuela 2027, soprattutto, ha un rendimento annuo di circa il 25 % e paga una cedola annua che va oltre i nove punti percentuali. Si tratta di un’obbligazione particolarmente apprezzata dagli investitori e sulla quale si concentrano i flussi di scambi più elevati. Le ragioni sono insite nel suo ottimo rendimento e nella speranza che la situazione del paese possa ristabilirsi in un’ottica di medio lungo periodo. Anche questo titolo, tuttavia, ha subito moltissimo i ribassi di questi ultimi giorni.

Sulle obbligazioni Venezuelane i grandi player dei mercati internazionali – banche, SGR, fondi speculativi – si sono dimostrati sino ad ora attendisti. L’atteggiamento è comunque di estrema cautela e molti di loro hanno fatto sapere di aver limitato al minimo la loro esposizione in bond Venezuela, che oltre a subire i continui deprezzamenti connessi alla situazione socio – economica, sono quotati in dollari americani, quindi subiscono anche l’effetto del tasso di cambio.

Prudenza dunque, anche se non si esclude che l’attuale situazione possa risolversi – quasi – felicemente e la crisi venga alla fine scongiurata, ma ci vorrebbe un colpo di mano che nessuno sembra al momento disposto a fare. L’interesse dello stato sovrano, ovviamente, va nella direzione della ristrutturazione del debito, che consentirebbe al Venezuela di sedersi al tavolo delle trattative con una credibilità molto maggiore – uno stato fallito non fa buona impressione ai mercati -. Attualmente, vista la poderosa discesa di questi ultimi giorni, i bond Venezuela sono i meno costosi sul mercato, con rendimenti che rispecchiano l’effettivo stato di crisi del sistema.

Per investire in obbligazioni Venezuela, in questo periodo specialmente, ogni investitore deve tener conto che, comprando gli strumenti sul mercato o decidendo deliberatamente di non liberarsene, si assoggetta a rischi altissimi di perdita del suo capitale investito.

Le garanzie che sottendono al debito sovrano non sono altre che quelle che lo stato emittente è in grado di presentare. Se lo Stato in questione non fornisce garanzie di stabilità e di solvibilità, nemmeno le obbligazioni che emette sono al sicuro, quindi è d’obbligo un adeguato studio delle dinamiche dei prezzi, prima di decidere di procedere alla compravendita laddove, ovviamente, non fosse stato già dichiarato il default.

L’analisi delle obbligazioni più scambiate

Il Venezuela ha emesso molte obbligazioni nel corso del tempo, ma ce ne sono alcune che per la loro fisionomia e per il rendimento che consentono di realizzare all’investitore, sono tra le più appetibili. Il loro trend è decisamente negativo ma per qualche investitore si è già profilata la possibilità di beneficiare di un rimbalzo.

L’obbligazione a 2 anni ha registrato un calo del 2,05% nella seduta odierna con il minimo toccato in chiusura di giornata a 190.88.

Sorte più fortunata ha avuto oggi l’obbligazione a 5 anni, che ha beneficiato di un rimbalzo attestandosi a 75,52 in chiusura con un rialzo di poco meno di due punti.

Le due obbligazioni più a lunga scadenza, la 15ennale e la 20ennale registrano cali connessi all’insicurezza della tenuta del sistema e registrano una perdita rispettiva di mezzo punto e un punto percentuale.

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