Ma che fine ha fatto il regime fiscale agevolato per le start up? È rimasto in vigore anche con l’introduzione del nuovo Regime Forfettario 2019? O è scomparso?

Le buone notizie non mancano: il legislatore ha infatti conservato anche il regime fiscale di maggiore vantaggio per chi inizia una nuova attività. Se infatti si rispettano alcuni determinati requisiti, è possibile applicare un’imposta sostitutiva ancora più vantaggiosa rispetto a quella – già ridotta – della Flat Tax di cui al Regime Forfettario 2019.

Per i primi 5 anni di attività, infatti, è possibile applicare un’imposta sostitutiva pari al 5%, contro il 15% della Flat Tax del Forfettario 2019 e contro le più “salate” imposte ordinarie a scaglioni Irpef.

Per poter beneficiare di tale maggiore agevolazione è però necessario che – leggiamo dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate:

  • il contribuente non abbia esercitato, nei 3 anni precedenti l’inizio dell’attività, attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  • l’attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
  • qualora venga proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del beneficio, non sia superiore al limite che consente l’accesso al regime.

Per il resto, rimangono confermate tutte le agevolazioni che abbiamo avuto modo di approfondire su questo sito in relazione al Regime Forfettario 2019. Pertanto, anche le start up saranno esonerate dall’obbligo della fatturazione elettronica, e potranno godere di tutti i vantaggi che potete scorgere dando uno sguardo al nostro approfondimento sul Regime Forfettario 2019, al quale vi rimandiamo per poterne sapere di più.

Nel 2020 l’introduzione del nuovo Regime Forfettario allargato alla platea di contribuenti fino a 100.000 euro di compensi non dovrebbe ad ogni modo variare il quadro di vantaggio per le start up.

Cerchiamo dunque di riassumere i principali elementi che contraddistinguono la normativa:

  • dal 1 gennaio 2019 è operativa per le startup un nuovo meccanismo di tassazione contraddistinto dall’imposizione fiscale di una flat tax al 5%;
  • la flat tax al 5% per le startup non deve essere confusa con la flat tax partite IVA fino a 65.000 euro, già in vigore, con aliquota al 15%, né con quella che arriverà dal prossimo anno, per le partite IVA tra 65.000 e 100.000 euro, con aliquota al 20%;
  • sono stati eliminati i limiti preesistenti, pari a 20 mila euro per il lavoro accessorio, dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, e di 5 mila euro per il costo complessivo dei beni strumentali al loro degli ammortamenti, mentre per i beni in leasing sarà rilevante il costo annuo sostenuto dall’utilizzatore;
  • l’aliquota agevolata al 5% per le startup spetterà anche alle persone fisiche under 35 e agli over 55, per i primi periodi di imposta che sono successivi all’avvio dell’attività;
  • le startup che beneficiano di tale agevolazione fiscale avranno anche ridotti adempimenti, come l’esonero dall’obbligo della fattura elettronica tra privati e dagli ISA.

Ma quanto dura la flat tax startup con aliquota al 5%

Stando a quanto è stato realizzato con l’attuale normativa, la durata della flat tax startup dal 2019 sarà pari a 5 anni. Dunque, chi apre una nuova impresa dal 1 gennaio 2019 e ha i requisiti per poter entrare nel forfettario, potrà ora fruire di un’ottima agevolazione fiscale sulla tassazione: potrà godere del 5%  di aliquota per 4 anni successivi a quello di inizio dell’attività.

E per il 2020? Se non ci saranno novità avverse in tal senso, è molto probabile che anche per il prossimo anno tali agevolazioni verranno confermate in relazione alle startup e, anzi potrebbero essere aumentate per le partite IVA. È infatti già previsto in normativa – ma entrerà in vigore solamente il 1 gennaio 2020 – l’allargamento della flat tax anche per le partite IVA che guadagnano tra 65.000 e 100.000 euro. Per costoro, però, l’aliquota fiscale sarà del 20%, e non del 15%.

Chiarito ciò, per poterne sapere di più ricordiamo ancora una volta che sono a disposizione i servizi dell’Agenzia delle Entrate, che potranno essere contattati anche attraverso gli uffici territorialmente competenti per poter proporre dei quesiti più specifici.

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