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    Codice tributo 2002

    14/06/2018 6 Mins Read
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    Il fisco è un argomento che riguarda tutti inevitabilmente. Non è infatti una materia riguardante solo gli addetti ai lavori, grandi imprenditori con ingenti capitali, o qualche banca, ma si parla di quelle tasse tanto avverse a tutte le famiglie, ma necessarie per l’economia dello stato.

    Per questo molti saranno certamente a conoscenza di quel modello f24, che rappresenta il modulo da compilare proprio per il pagamento delle tasse dovute allo stato o ai vari enti locali.

    Tuttavia, la burocrazia in Italia spesso spaventa e diversi contribuenti si trovano ad impallidire di fronte a pagine e pagine di norme, clausole e dati da inserire.

    Per questo compilare un f24 molte volte può risultare un compito senza dubbio noioso e non alla portata di tutti, soprattutto quando, accanto al medesimo, ci si ritrova di fronte ai famosi codici tributo, anch’essi necessari per il pagamento delle diverse imposte da parte del contribuente.

    • Cos’è il codice tributo 2002 e a cosa serve?
    • Come usare il codice tributo 2002

    Per chiarire un po’ le idee si cercherà di seguito di parlare nello specifico di uno di questi, ovvero il codice tributo 2002 che, come tutti i codici tributo, dovrà poi essere inserito proprio nel modello f24.

    Ciascun codice tributo infatti corrisponde ad uno specifico tributo che il contribuente potrebbe dover pagare.

    Tra questi, i più noti in Italia, sono:

    • l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche)
    • l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive)
    • l’IVA (imposta sul valore aggiunto)
    • ed infine l’Iref (imposta sul reddito delle società), che è quella che ci interessa in riferimento al codice tributo 2002 e al codice tributo 2001 in alcuni casi.

    Indice

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    • Cos’è il codice tributo 2002 e a cosa serve?
    • Come usare il codice tributo 2002
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    Cos’è il codice tributo 2002 e a cosa serve?

    F24
    Un modello di F24

    Il codice tributo in questione, si riferisce al pagamento dell’Ires, ovvero l’imposta sul reddito delle società.

    Si deve distinguere, anche se talvolta le sigle ed i contenuti vengono confusi, dall’Irpef, cioè l’imposta sul reddito relativo alla persona fisica.

    La prima dunque (l’Ires) riguarderà le società, diremo più avanti quali, ed ovviamente non tutti i cittadini, mentre la seconda (Irpef) le persone fisiche, cioè tutti i contribuenti sulla base del loro reddito.

    Non si devono confondere le differenti imposte poiché i codici tributo cambierebbero, con il codice tributo 2002 non si potrà certamente compilare il modulo f24 relativo all’imposta sil reddito della persona fisica. Si tratta di un errore comune talvolta, per questo è bene ricordare come i codici tributi dedicati all’Irpef siano invece il 4001, il 4033, 4034 ed il 1989.

    Fatte queste distinzioni dovute, è bene gettare uno sguardo sugli articoli della legge di riferimento al tributo 2002, ed all’Ires, così da capire meglio di cosa si stia parlando.

    L’articolo della legge cui ci si riferisce è il numero 72 nel quale si prevede il pagamento dell’Ires.

    Questo può avvenire in una rata unica o in due rate, con acconto e saldo, a discrezione del cittadino.

    Si deve anche menzionare il DPR numero 917 del 1986, poi modificato dal disegno di legge numero 344 nel 2003, nel quale si annoverano i tipi di società che dovranno pagare l’imposta, si vedrà più avanti quali siano.

    Sulla base del proprio regime fiscale i contribuenti sono tenuti a pagare l’Ires, tenendo conto dell’applicazione di un’aliquota unica che è stata fissata a partire dalla legge di stabilità.

    Si deve tenere a mente inoltre il fatto che tutti i contribuenti debbano pagare l’imposta, sia che si stia parlando di una persona giuridica che di una persona fisica.

    Bisogna poi ricordare come, qualora si decidesse di pagare in due rate l’imposta, si dovrà far riferimento al codice tributo 2001 per questa, mentre la seconda proprio al codice tributo 2002 di cui si sta parlando.

    Se invece, per un qualunque motivo, la scelta fosse invece orientata al pagamento tutto in una rata unica, quindi versare i soldi tutti in una volta, si eviterà di usare il codice 2001 a favore del solo 2002.

    Andando un po’ più a fondo sull’argomento Ires, si è detto come si tratti di un’imposta proporzionale, quindi non esiste un valore assoluto da pagare ma è strettamente personale, si dovrà fare riferimento al proprio regime fiscale.

    Per simili ragioni è importante tenere conto delle aliquote fisse. Fisse non vuol dire che restino sempre uguali nel corso del tempo, ma che saranno applicate allo stesso modo a tutti i contribuenti sulla base della percentuale stabilita.

    Parliamo di valori che cambiano di tanto in tanto, ecco perché tenersi aggiornati sulle manovre del governo in ambito fiscale rappresenta il primo passo per evitare spiacevoli sorprese qualora le aliquote dovessero aumentare esponenzialmente di valore negli anni.

    Non a caso infatti, le varie leggi di stabilità hanno cambiato il valore dell’aliquota fissa da applicare al proprio specifico caso, con una cadenza che possiamo definire ormai annuale.

    Negli ultimi anni l’imposta è stata ridotta, a vantaggio delle società che dovranno pagare per i prossimi mesi di qualche punto percentuale.

    Certo non si parla di stravolgimenti enormi, ma parlando di società, sulle quali la pressione fiscale pesa molto, anche uno o due punti di differenza faranno la differenza.

    Si è passati infatti con la legge di stabilità del 2017 da un’imposta del 27,50% , risalente alla legge di stabilità dell’anno precedente, ad una riduzione cospicua fino al 24%.

    Per quanto riguarda nello specifico, quali società siano o meno obbligate nei pagamenti si dovrà andare a sfogliare l’articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi.

    Secondo questo infatti, saranno soggetti all’imposta Ires: le società di mutua assicurazione, le società cooperative, i trust e le società risiedenti sul territorio italiano con fini commerciali, enti privati, enti pubblici e privati che non esercitano l’attività commerciale.

    Come è evidente, per la maggiore, tutti i tipi di società presenti sul territorio nazionale hanno degli obblighi verso il fisco per quanto riguarda l’Ires. L’imposta sul reddito delle società è in vigore dal gennaio 2004, con il fine di allineare tutti i paesi dell’UE a simili legislazioni europee.

    Come usare il codice tributo 2002

    calcolo codice tributo
    Modello F24 e calcolo del codice tributo

    Come accennato ad inizio trattazione, il codice tributo 2002 va inserito all’interno del proprio modulo f24, proprio per pagare l’Ires di cui si è a lungo discusso. Tra le varie sezioni del modulo, si deve ricercare propriamente quella dell’Erario, che dovrà essere compilata sulla base dei propri dati e poi con l’aggiunta del codice tributo 2002.

    Non si parla di qualcosa di particolarmente complesso, ma è bene tenere a mente quanto detto fino ad ora proprio sull’Ires, poiché altrimenti non sarebbe possibile capire la reale utilità del codice tributo 2002.

    L’inserimento del codice servirà anche per effettuare la detrazione dall’importo complessivo dell’imposta della seconda rata di novembre. Da questa verrà quindi tolta la cifra che era stata pagata a giugno come prima rata.

    Quindi il codice tributo 2002 viene utilizzato per effettuare una compensazione tra debiti e crediti verso il fisco.

    Si tenga inoltre a mente che, come ogni tributo da pagare, ci sono delle scadenze da rispettare, per evitare guai con la legge.

    Sono infatti previste eventuali sanzioni pecuniarie per chi dovesse, a prescindere dalla volontarietà o meno, dimenticare o non pagare secondo i tempi imposti dalla giurisprudenza.

    Per chi non avesse pagato entro simili tempistiche, c’è la possibilità di avvalersi di un’operazione di ravvedimento, decisamente lunga nelle tempistiche, che potrebbe però consentire il pagamento di una cifra decisamente più bassa rispetto a quella che sarebbe dovuta comprensiva della sanzione ordinaria.

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