- Libretto postale rendimento oro: una soluzione sicura per i propri risparmi
- Più nello specifico
- Libretto postale rendimento oro
- Disposizioni d’utilizzo
- Conclusioni
Libretto postale rendimento oro: una soluzione sicura per i propri risparmi
Un recente sondaggio ha riconosciuto una virtuosa predisposizione degli italiani al risparmio e nell’ampio ventaglio di possibilità che si prospettano all’utente sulle modalità di gestione dei propri fondi ha di gran lunga la meglio la formula del libretto postale.
Trattandosi quest’ultimo di un prodotto finanziario fruttifero possiamo affermare che il virtuosismo degli italiani collima con uno spiccato senso d’intraprendenza indirizzato a realizzare investimenti sicuri nell’ottica di un rendimento, cioè nella concretizzazione di guadagni che derivano dalla maturazione degli interessi sulla cifra depositata.
Il calcolo degli interessi scaturisce innanzitutto dalla tipologia di libretto sottoscritto, tra questi uno dei prodotti più gettonati è certamente il Libretto Postale Ordinario Rendimento Oro.
Più nello specifico
Il libretto postale è la forma di risparmio più longeva e apprezzata e i motivi sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un prodotto finanziario che permette di versare del denaro a titolo di deposito e allo stesso tempo di prelevarlo quando necessario.
È altresì un prodotto che garantisce un rendimento in quanto strumento finanziario fruttifero per il quale vengono rendicontati periodicamente degli interessi secondo un tasso strettamente correlato al tipo di libretto sottoscritto. La liquidazione di questi interessi avviene annualmente e il termine fissato è il 31 dicembre.
Libretto postale rendimento oro
Il libretto postale Rendimento Oro rientra nella categoria dei libretti ordinari e risulta essere lo strumento finanziario più corrispondente alle esigenze di risparmio di singoli e famiglie.
A decorrere ormai dal 1°gennaio 2012 tutti i libretti nominativi ordinari sono stati catalogati sotto questa classe di rendimento e secondo il prospetto informativo reperibile sul sito delle poste si evince che il tasso d’interesse riconosciuto a fine anno ai risparmiatori “oro” per tutto il periodo in cui una determinata liquidità permane sul libretto è fissato esattamente all’1,60per cento.
Sebbene i guadagni si mantengano su una soglia piuttosto esigua è pur vero però che la loro costanza è garantita nel lungo termine e che allo stato attuale non esistono prodotti finanziari più redditizi e sicuri.
Tra l’altro stiamo parlando di un prodotto di risparmio che non contempla costi di apertura pratica nè di estinzione conto e questo è certamente un ulteriore punto a favore. Prevede sì dei costi fissi e questi sostanzialmente sono:
- una tassazione pari al 26per cento calcolata sugli interessi;
- un costo di € 1,55 in caso di avanzamento richiesta di duplicato del libretto per smarrimento;
- un’imposta di bollo di importo pari a € 34,20 in caso di persone fisiche e di € 100,00 invece per le persone giuridiche.
Tali importi appena citati relativamente alle imposte di bollo si considerino validi per quei libretti su cui si registra una giacenza deposito di almeno € 5.000,00.
A tal proposito si ricorda agli utenti interessati alla sottoscrizione di un libretto postale Classe Oro che i versamenti effettuati in contanti e i prelievi possono essere eseguiti presso qualunque ufficio postale.
Il versamento invece di assegni bancari può essere realizzato esclusivamente presso l’ufficio postale di appartenenza, vale a dire la sede presso cui è stata registrata l’istanza di apertura del libretto di risparmio stesso.
Il libretto postale di risparmio ordinario Rendimento Oro può essere intestato a uno o più soggetti fino a un massimo di 4, nel caso in cui richiedenti siano persone fisiche, diversamente, nel caso di soggetti giuridici come ad esempio società è consentito un solo intestatario.
Il proprio libretto potrà essere gestito in modo assolutamente autonomo e aggiungiamo abbastanza flessibile dal momento che la soglia di prelievo giornaliero è stata fissata a quota 600€, mentre quella mensile a 2.500€.
Naturalmente la possibilità di effettuare prelievi dipende dal fatto che vi sia o meno liquidità sul libretto stesso, dal momento che non è contemplata in questa specifica casistica l’attivazione di un fido, come avviene normalmente per i conti correnti bancari.
A tal proposito ricordiamo che un libretto postale non sostituisce un conto corrente, trattasi di due prodotti diversi con finalità d’uso altrettanto diverse.
Fatte alcune eccezioni, il libretto postale ad esempio non consta di Iban, non permette di emettere bonifici né di riceverli, non vi si può canalizzare lo stipendio ed infine non vi si possono addebitare le utenze.
Disposizioni d’utilizzo
Versamenti e prelievi sono regolarmente registrati direttamente sui libretti. Tali movimentazioni devono essere preventivamente autorizzate dal depositante così come tutte le operazioni effettuate per mezzo di carte a banda magnetica o di altri strumenti di legittimazione riconosciuti validi da Poste Italiane.
Le operazioni virtuali potranno poi essere registrate anche in un momento cronologico successivo, eventualmente alla prima occasione utile in cui il libretto postale verrà presentato c/o la propria filiale di riferimento.
Si tenga presente che se il credito registrato è di entità pari o inferiore alla somma di 250,00 euro, il libretto cesserà di produrre rendimento trascorsi cinque anni dall’ultima movimentazione iscritta sul libretto.
Al verificarsi di tale ipotesi però è bene sapere che il libretto risparmi torna ad essere fruttifero a partire dalla registrazione di una nuova transazione.
Da quanto detto se ne deduce che i libretti sono uno strumento decisamente accessibile e alla portata di tutti oltre che di estrema versatilità nell’ambito di una gestione semplificata dei propri risparmi e della propria liquidità.
Per quanto concerne più specificatamente il calcolo del Rendimento Oro si tenga presente che la percentuale lorda applicata sugli interessi viene calcolata sottraendo contestualmente una percentuale di tassazione sugli interessi maturati. Tale soglia percentuale si aggira intorno al 26per cento ed è suscettibile di variazione di anno in anno.
Gli importi depositati producono interessi a partire dal giorno in cui viene registrato sul libretto il versamento in contanti o l’accredito della pensione ad esempio, fino al giorno in cui vengono eseguiti dei prelievi, siano essi parziali o totali rispetto all’ammontare della liquidità disponibile.
Gli interessi vengono quantificati in concreto attenendosi al criterio dell’anno civile cioè come già anticipato, la loro capitalizzazione viene emessa il 31 dicembre di ogni anno o eventualmente al materializzarsi di una richiesta di estinzione del libretto.
L’ammontare degli interessi maturati viene annotato, successivamente alla loro capitalizzazione, sul libretto di risparmio nel momento in cui il titolare ne inoltra richiesta all’ufficio postale di riferimento.
Il punto di forza sta nel fatto che i costi di gestione risultano azzerati e questo è certamente l’elemento di maggior richiamo per i risparmiatori attratti dalla possibilità di maturare un valor aggiunto seppur modesto sulla base delle cifre poste in giacenza.
Per i motivi appena esposti, i libretti Rendimento Oro ro si presentano come lo strumento finanziario più ottimale ad esempio per tutti coloro che percepiscono ogni mese un assegno pensionistico oppure per coloro che vogliono creare un salvadanaio d’emergenza o ancora predisporre una certa liquidità da destinare a figli, nipoti ecc.
Conclusioni
I libretti postali ordinari Rendimento Oro sono la soluzione ideale per salvaguardare i propri risparmi e ottenere allo stesso tempo un margine di guadagno sicuro e stabile nel tempo.
Grazie alla loro flessibilità di gestione si presentano come l’alternativa più ottimale rispetto ad altri prodotti finanziari bancari che seppur possibilmente più redditizi celano fattori di rischio più elevati e una minore elasticità d’impiego.
Tra queste si segnalano una soglia massima di operazioni gratuite oltre la quale è previsto il pagamento di una commissione o ancora l’impossibilità di prelevare all’occorrenza denaro dal proprio conto in caso di somme vincolate.