Se parliamo di investimenti in beni rifugio nella categoria dei metalli preziosi, vengono subito alla mente l’argento e l’oro ma ne esiste un altro che non va assolutamente sottovalutato: il platino.

Da dove proviene il platino e come viene impiegato

L’origine del platino può essere fatta risalire all’epoca delle colonizzazioni spagnole del Sudamerica.

I conquistatori, che andavano alla ricerca soprattutto di oro e argento, hanno soprannominato questo metallo con il termine di platina, ossia argentaccio in spagnolo, vista la somiglianza tra i due metalli.

L’impiego del platino è stato per lungo tempo creduto impossibile considerata l’assenza di una tecnologia idonea a farlo legare con gli altri metalli in modo efficace.

Proprio perché di difficile lavorazione utilizzando le tecnologie dell’epoca, il platino fu per lungo tempo ignorato nei suoi usi, che ad oggi invece continuano ad aumentare, soprattutto a livello industriale.

fusione del platino

A volte ci dimentichiamo persino della sua esistenza ma sbagliamo, perché visto il fatto che non ne esista poi molto, fà sì che investire in questo metallo rappresenti sicuramente una buona alternativa agli altri e sia più stabile nella sua crescita.

Basta pensare che per un periodo di tempo, anche se limitato, il platino è stato considerato persino più prezioso dell’oro.

Il suo impiego, più che altro nell’industria automobilistica (per la realizzazione di marmitte catalitiche), rivolto a contenere gli scarichi inquinanti, ne ha fatto un elemento essenziale e pertanto sempre più indispensabile, trascinando così verso l’alto il suo valore.

In un’epoca di green economy l’uso di questo metallo raro ha fatto sì che il suo valore, già alto alla partenza, sia stato segnato da un continuo aumento per il suo sempre maggiore impiego nell’ottica del rispetto delle leggi sull’inquinamento.

Questo metallo, anche nei suoi vari composti e leghe, viene peraltro utilizzato persino nell’industria farmaceutica per la preparazione di composti antitumorali.

Se poi a tutto questo aggiungiamo anche l’impiego che se ne fa in gioielleria per la realizzazione di manufatti vari o in combinazione con l’oro (quello bianco si ottiene mescolando l’oro con il platino), diventa chiaro il perché della continua ascesa del valore di questo metallo.

Un curioso aneddoto è rappresentato dalla realizzazione, in Giappone, di un kimono da sposa realizzato interamente in fili di platino per un controvalore di oltre un milione di dollari.

I paesi maggiori produttori di platino ad oggi sono Colombia, Sudafrica, Russia, Canada, Zimbabwe e Stati Uniti.

Quali modi per investire nel platino

Esistono diverse tipologia di modalità per collocare i nostri fondi utilizzando il platino come bene su cui investire e di seguito ve le indicheremo:

1.ETF sul platino

Acronimo di exchange-traded funds, sono un metodo sempre più usato dagli investitori per poter negoziare in metalli senza dover conservare fisicamente gli stessi, evitando di dover impiegare spazi e risorse ulteriori, ivi compreso il rischio di non dover temere furti dei preziosi beni.

Anche se vengono utilizzati soprattutto per oro e argento, tuttavia gli ETF rappresentano uno strumento validissimo per poter negoziare anche in platino senza rischi.

A questo proposito va considerato come esistano realtà che detengono fisicamente delle quantità di platino depositate in cassette di sicurezza di istituti bancari europei per garantirne il valore e l’esistenza delle riserve.

La denominazione di tali strumenti è Securities Physical Platinum Shares (PPLT).

2. Futures sul platino

Investire sull’andamento del valore delle aziende che si occupano di estrazione e lavorazione del platino è una scelta parimenti valida, visto che il controvalore dei loro titoli azionari è strettamente collegato al crescente impiego di tale metallo.

I futures sono uno strumento sotto forma di contratti, legato alle previsioni sugli andamenti dei mercati, ad oggi usato da moltissimi investitori a livello mondiale per la sua semplicità e praticità.

Per usare questa via è bene sapere che le negoziazioni si svolgono tramite contratti commerciali dell’ammontare di 50 once troy ciascuno, con un controvalore indicizzato in dollari statunitensi per del platino che dovrà essere puro al 99,5per cento.

Il loro trading termina il terz’ultimo giorno lavorativo del mese di consegna, su un arco di 15 mesi e con dei cicli intermedi fissati nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre.

investimento in metallo platino

3. Investimento azionario

Anche investire sull’azionariato delle aziende minerarie o di lavorazione del platino, è certamente uno strumento valido, che permette di seguire da un lato il trend del metallo, e dall’altro valutare le proprie scelte sulla base dell’andamento dei mercati.

A questo proposito esistono molte società che sono in grado di aiutare efficacemente gli investitori nelle loro valutazioni.

Essenziale comunque rimane, in questo caso, valutare la solidità delle società su cui andranno collocate le risorse, quindi fare un’analisi degli asset e delle previsioni di mercato sarebbe quantomeno opportuno.

Ad oggi esistono tre grandi colossi nell’estrazione del platino:

  • Stillwater Mining Company (SWC)
  • Anglo Platinum (AGPPY)
  • Impala Platinum (JSE: IPA)

4. Acquisto del bene fisico platino

Esistono alcuni investitori che preferiscono avere il metallo fisicamente disponibile sotto il proprio controllo e ciò richiederà una diversa modalità d’azione.

È a questo fine necessario tenere una serie di accortezze quali: l’individuazione di come acquistare, da chi (solo società accreditate e certificate potranno vendervi legittimamente lingotti o monete di metalli preziosi), in quale forma (monete o lingotti, di solito), e soprattutto dove conservare il prezioso bene (in genere è preferibile scegliere istituti bancari di comprovata solidità).

Sappiate che in questo caso vi dovrete confrontare con dei prezzi cosiddetti spot, legati al momento dell’acquisto, quindi slegati da quello che può essere imposto dal mercato ufficiale.

Non dimenticate però che la locazione di cassette di sicurezza comporta pur sempre un costo in termini di canone di locazione.

Il maggior vantaggio offerto dall’avere fisicamente il bene, è dato dal fatto che l’essere realmente presente lo svincolerà da fluttuazioni o sfumature di prezzo legate agli altri strumenti finanziari.

Se poi ci fosse la volontà di fare una scelta ancora diversa, seppur forse più macchinosa, si potrebbe scegliere di dirigersi sull’acquisto di monili in platino magari risalenti ad un’epoca antica, meglio se precolombiana.

Il vero problema qui sarebbe il disporre di un esperto che possa valutare provenienza, autenticità e valore dell’acquisto al fine di renderlo un investimento sicuro.

La purezza del metallo contenuto nel monile sarà uno dei fattori che giocheranno un ruolo decisivo per attribuirgli un corretto valore.

Stessa questione l’individuare su quale mercato ricollocarlo in caso di vendita e per questo sarebbe opportuno farsi assistere da un numismatico di fiducia, esperto nello specifico settore.

Quali sono le prospettive

Al momento purtroppo non è dato sapere con certezza quanto sia il platino realmente disponibile nel mondo e le sue riserve, per cui non è facile fare previsioni stabili.

Ad ogni modo la sua sempre crescente richiesta, soprattutto in vari settori aziendali, lo rende una scelta comunque valida.

Va considerato che si tratta di un metallo il cui impiego risale a un’epoca tutto sommato recente e pertanto il numero dei suoi impieghi sembra decisamente destinato a subire un aumento anziché una contrazione.

Di conseguenza anche il suo valore si orienta verso un trend di crescita, sebbene non destinato a raggiungere picchi estremi.

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