La cessione del quinto dello stipendio è un particolare tipo di finanziamento, le cui rate mensili sono saldate direttamente dal datore di lavoro. Per sua caratteristica intrinseca, tale prestito è rivolto esclusivamente ai dipendenti pubblici, ma è possibile anche per i pensionati ottenere un prestito con cessione del quinto. La regolamentazione di tale prestito è abbastanza restrittiva e precisa, per ottenerlo è necessario avere a disposizione alcuni specifici documenti.
I documenti da portare in banca
Per poter ottenere la cessione del quinto dello stipendio le norme prevedono che il lavoratore dipendente possa recarsi anche dal proprio datore di lavoro, o dall’INPS nel caso di un pensionato. Solitamente però il consiglio è quello di rivolgersi direttamente ad una banca, in quanto è effettivamente il singolo istituto di credito che deve poi elargire i fondi al singolo dipendente pubblico o privato. Le banche richiedono la presentazione di specifica documentazione, tra cui: la carta di identità, in corso di validità; la tessera sanitaria; le ultime due buste paga e il CUD dell’anno precedente a quello in corso. Si tratta per altro di documenti che è necessario portare in banca anche quando si chiede qualsiasi altro tipo di finanziamento. Servono infatti per verificare le credenziali del cliente, in modo inequivocabile.
La cessione del quinto per i pensionati
Come abbiamo detto anche i pensionati e i lavoratori pubblici possono richiedere un prestito con cessione del quinto. I secondi porteranno in banca la medesima documentazione presentata dai lavoratori dipendenti di aziende private. I pensionati invece dovranno consegnare alla banca i due ultimi cedolini della pensione, il prospetto della pensione, che attesta l’entità della prestazione pensionistica e un documento che certifichi la quota cedibile. Tale documento deve essere richiesto all’ente pensionistico che salda l’emolumento mensile. Questo perché mentre i lavoratori dipendenti possono richiedere un prestito con cessione del quinto con rata massima pari al 20% dell’assegno ricevuto, per quanto riguarda i pensionati le cose funzionano in modo leggermente diverso. In quanto dopo aver tolto il quinto della pensione l’emolumento deve essere superiore alla pensione minima stabilita per l’anno in corso. Tale norma evita che i pensionati siano costretti a saldare rate che ne diminuiscono in modo eccessivo le possibilità economiche.
Il contratto di lavoro
La cessione del quinto è un tipo di finanziamento concesso ai lavoratoti dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Tale caratteristica è necessaria in quanto il prestito può essere stipulato per un periodo di ammortamento pari a 10 anni. In questo periodo di tempo il soggetto deve risultare necessariamente assunto, quindi chi ha un contratto a tempo determinato non può ottenere un finanziamento seguendo questa via, salvo casi particolari. Oltre a questo anche chi è vicino all’età pensionabile potrebbe avere dei problemi ad ottenere un prestito con cessione del quinto. Questo perché nonostante si possa ottenere tale finanziamento anche da pensionati, i due prestiti, quello per il lavoratore dipendente e quello per il pensionato, sono ottenuti stipulando due contratti diversi.
La cessione del quinto per il lavoratore a tempo determinato
Le norme che regolamentano i prestiti con cessione del quinto non valgono per i lavoratori con contratto a tempo determinato. Vi possono però essere delle situazioni in cui la banca concede il prestito, ma esclusivamente nel caso in cui il periodo di ammortamento abbia una durata inferiore al contratto di lavoro stesso. Quindi, se si ha un contratto di lavoro della durata di 12 mesi è possibile ottenere un prestito con cessione del quinto da restituire in un totale di 11 rate. Chiaramente si tratta di situazioni molto particolari, anche perché la somma massima richiedibile in questi casi diminuisce in modo vistoso.
Quanto si può richiedere
I prestiti con cessione del quinto dello stipendio si possono ottenere per somme che superano senza problemi i 60.00 euro, per raggiungere anche i 70.000-75.000 euro, dipende dalla banca cui ci si rivolge. È importante però considerare che la rata massima è fissata al 20% dello stipendio mensile, al momento della stipula del contratto per il finanziamento. La durata massima possibile per il periodo di ammortamento è pari a 10 anni. Questo porta ogni singolo lavoratore dipendente ad avere un preciso tetto massimo alla cifra che può richiedere con questo tipo di prestito.