Contrariamente a quello che si pensa, le-Commerce non ha ancora avuto quella diffusione e forse quel successo che si merita, specialmente in alcune parti del mondo, incluso l’Italia. Ecco in linea di massima e numeri alla mano, com’è la situazione del commercio elettronico nel nostro Bel paese.

L’eCommerce a livello mondiale nel 2014 ha fatto registrare un fatturato 1.173,5 miliardi con un aumento rispetto all’anno precedente del 13,6per cento. Solo in Europa si contano ben 645.250 siti eCommerce. Un trend in crescita che la dice lunga su quanto si stia sviluppando la pratica del commercio elettronico. Certo, le grandi piattaforme delleCommerce occupano quasi tutto il mercato mondiale: stiamo parlando di enormi realtà come Amazon, eBay, Google, ad esempio. Fra quelle nazionali annoveriamo Banzai, Fratelli Carli, Lovethesign. Tuttavia sono tante anche le piccole imprese che, in tempi di crisi, hanno puntato sull’eCommerce per rilanciare la loro attività. Anche in Italia è così? Scopriamolo insieme.

E-commerce in Italia

Succede che anche in Italia la diffusione di questa nuova modalità di commercio, deve ancora decollare. Nell’ultimo rapporto recentemente presentato alla Camera dei Deputati da Netcomm, il Consorzio italiano per il Commercio Elettronico, è evidenziato un dato non molto edificante: solo il 4per cento delle imprese italiane è attivo nelle vendite online. Questo significa che in Rete troviamo solo 26.000 venditori italiani. Il dato per alcuni versi è anche strano giacché settori tipicamente nostrani come abbigliamento, agroalimentare, arredo e il design, si prestano particolarmente per questo tipo di commercio in rete.

Secondo il quotidiano Milano Finanza, MF, i motivi per cui l’eCommerce nostrano stenta a prendere il volo, sono sostanzialmente due: i problemi di accesso alla banda larga e la bassa copertura finanziaria per gli investimenti. Due problemi che devono essere risolti quanto prima, perché come afferma lo stesso presidente di Netcomm Roberto Liscia, il commercio elettronico “diviene un canale necessario e cruciale per le imprese intenzionate a fare business sia nel nostro Paese sia altrove”.

Politica ed E-commerce

Alle difficoltà segnalate da MF si può porre rimedio con nuove proposte che accelerino lo sviluppo in Italia di reti di nuova generazione e una politica più attenta capace di assumersi l’impegno di realizzare nuove infrastrutture. E in questo senso, qualcosa nel nostro Paese si muovendo, infatti, di recente il governo ha stanziato fondi per 12 miliardi per portare i 100 mega all85per cento della popolazione entro il 2020. Un obiettivo questo che andrebbe addirittura a superare quello previsto dallAgenda digitale europea.

Nonostante la sproporzione fra le realtà estere e quelle italiane, il commercio elettronico nel mercato Retail e Consumer (vendita al dettaglio e beni di largo consumo), nel 2014 ha fatto registrare un incremento che va dal 3 al 3.6 percento secondo i settori di riferimento. Quelli più interessati all’eCommerce sono l’informatica con un aumento del 32per cento; l’editoria con +28per cento; l’alimentare con +23per cento; l’abbigliamento con +21; il turismo con +11per cento; assicurazioni con +2 percento.

Dall’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm del Politecnico di Milano, fanno rilevare che i servizi pesano per il 62per cento delle vendite online nostrane e che la situazione italiana è peculiare rispetto a quella dei principali mercati stranieri, dove il peso dei prodotti prevale su quello dei servizi.
In termini di fatturato, la quota delle imprese italiane derivante dall’eCommerce è del 6per cento, mentre in Europa la media si attesta al 15per cento. Basta fare il confronto con una Paese, tutto sommato, culturalmente vicino a noi come la Spagna, per rendersi conto che il gap esistente è ancora molto marcato. Al momento gli Spagnoli ci sopravanzano in termini di fatturato totale eCommerce, di quasi il 30per cento, un dato che si conferma da solo.

Cultura ed E-commerce

C’è un altro motivo che tiene ancora frenato il commercio elettronico in Italia che attiene a un fenomeno culturale tutto nostrano: lo scetticismo atavico di fondo verso le nuove tecnologie e le modalità a esse collegate. l’eCommerce è una di queste. Non a caso solo il 17per cento dei cittadini italiani, nell’ultimo anno ha fatto almeno un acquisto online, contro il 74per cento degli svedesi e una media europea che si attesta intorno al 44per cento. Tuttavia, nonostante la difficoltà ad agganciare questo trend a carattere globale, restiamo fiduciosi che anche in Italia l’eCommerce possa svilupparsi compiutamente, come succede in altri Paesi europei come Germania, Francia e Inghilterra.

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