3 coins-1726618_1920 (3)Chiedere un mutuo alla banca comporta alcune importanti decisioni. A partire dalla necessità di indicare la motivazione per cui si utilizzeranno i soldi ricevuti in prestito, ad esempio per acquistare la prima casa o per ristrutturarla completamente. Tra le caratteristiche più importanti da valutare in un finanziamento di questo genere il tasso di interesse del mutuo è quella più importante. Perché attraverso il tasso di interesse si calcolano gli interessi che il debitore dovrà saldare al creditore nel corso del tempo.

Tasso fisso o variabile

Sostanzialmente il tasso di interesse mutuo si distingue in due tipologie: fisso o variabile. I due termini già ci chiariscono le caratteristiche delle tipologie di tasso di interesse mutuo disponibile, che può essere fisso per l’intero periodo di ammortamento o variabile nel corso del tempo. Tale variabilità dipende da alcuni fattori, il principale è l’indice su cui si calcola il tasso fisso, chiamato Euribor. Tale indice varia ogni giorno, solitamente però le banche modificano il tasso sul mutuo mensilmente, visto che hanno tale durata gli intervalli tra i pagamenti di due differenti date. La banca effettua per il calcolo una media delle modifiche all’indice Euribor avvenute nel corso del mese precedente; in alcuni casi sui 3 mesi o sui 6 mesi precedenti. Tale calcolo è chiaramente indicato sul contratto di accensione del mutuo.

Perché preferire un tipo di tasso all’altro

All’atto pratico oggi il tasso variabile è di entità inferiore rispetto al tasso fisso. Tale situazione però potrebbe essere solo temporanea, in quanto l’indice Euribor varia quotidianamente, come abbiamo già spiegato. Chi oggi sceglie un tasso di interesse variabile può approfittare di interessi leggermente più bassi, ma avrà sempre l’incertezza su ciò che accadrà domani: Euribor potrebbe aumentare a dismisura, così come diminuire. Visto che negli ultimi anni i tassi di interesse a livello europeo sono sempre stati decisamente bassi, le previsioni per il futuro potrebbero essere stabili, oppure ci potrebbe essere un sensibile aumento nei tassi. Il tasso di interesse variabile offre questo tipo di rischio; solitamente decide di correrlo solo chi accende un mutuo di breve durata, in genere di 5-10 anni. Il tasso fisso invece garantisce la possibilità di pagare la stessa rata per l’intera durata del periodo di ammortamento, anche se questo dura per oltre 25 anni. Chiaramente chi preferisce la tranquillità tende a scegliere il tasso fisso.

TAN e TAEG

Quando si parla di tasso di interesse mutuo fisso o variabile ci si riferisce al TAN, Tasso Annuo Nominale; di fatto questo tasso tiene conto esclusivamente degli interessi richiesti dalla banca. È però importante ricordare che la banca richiede a chi salda le rate di un mutuo non solo gli interessi, ma anche altre spese. Tra cui ricordiamo il costo dell’istruttoria, la presenza di eventuali bolli e di spese per la riscossione delle singole rate. Si tratta solitamente di una somma sostanziale per quanto riguarda le spese iniziali, cui vanno sommate piccole cifre ogni mese. Il costo totale da saldare alla banca è espresso dal TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale. Questo dato è importantissimo quando si desidera confrontare tra loro due diverse proposte di mutuo.

Modificare il tasso del mutuo

Ricordiamo anche che tutte le banche permettono ai propri clienti di modificare periodicamente il tasso di interesse mutuo. In genere ogni 5 anni il debitore può decidere di rinegoziare il mutuo, modificando il tasso di interesse nel caso in cui le condizioni siano migliorative rispetto a quelle del giorno dell’accensione del mutuo. Non solo, può anche passare dal tasso fisso a quello variabile e viceversa. Oltre a questo è sempre possibile chiudere anticipatamente un mutuo, secondo le condizioni indicate nel singolo contratto.

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