È possibile cancellare un debito legalmente? Per quanto possa sembrare utopico, ci sono alcuni casi in cui è possibile liberarsi della situazione debitoria.

La legge va incontro ai debitori in uno stato di grave indebitamento con delle procedure che li aiutano ad affrontare la difficoltà, in compromesso con i diritti dei creditori. Vediamo quali sono le soluzioni a disposizione.

La rateizzazione del debito

L’Agenzia delle entrate e riscossione, offre la possibilità di rateizzare il pagamento del debito alle persone on una condizione di “temporanea obiettiva difficoltà”.

La rateizzazione va richiesta sulla pagina web dell’Ader ed è possibile dividere l’importo per non più di 72 rate mensile, da estendere fino a 120 nel caso di “grave e comprovata situazione di difficoltà non imputabile al debitore, legata alla congiuntura economica”.

Se le condizioni economiche peggiorano ulteriormente, si può chiedere la proroga per altre massimo 72 rate, a patto che il debito non sia decaduto. La decadenza è quando vi è il mancato pagamento di alcune rate, anche non consecutive.

Il piano del consumatore

Tra le procedure di sovraindebitamento c’è il piano del consumatore, con il quale è possibile concludere un accordo in sede giudiziale, anche senza ottenere il consenso dei creditori.

Bisogna presentare un piano di rientro tramite l’assistenza dell’OCC (Organismo di composizione della crisi), con allegata la documentazione che riporta le condizioni economiche, finanziarie e le garanzie.

Per l’accettazione del piano è fondamentale riuscire a dimostrare la propria capacità di pagare le rate, anche per una cifra inferiore al debito totale.

Accordo con i creditori

Accordandosi con i creditori si può discutere e definire una procedura di saldo e stralcio, oppure una dilazione di pagamento.

Questo accordo è più difficile da ottenere, a meno che non si riesce a includere nella proposta il pagamento, in poco tempo, di una parte sostanziosa del debito.

L’esdebitazione

La procedura di esdebitazione è prevista dalla legge n.3/20212 ed è rivolta i soggetti non fallibili, consumatori compresi che permette di cancellare i debiti residui verso Pubbliche amministrazioni e privati.

È rivolto ai debitori che hanno ottenuto l’accesso a una procedura di sovraindebitamento ma che si ritrovano ancora con debiti residui che non riescono a pagare. L’accesso all’esdebitazione è possibile per i soggetti che si trovano in condizione di sovraindebitamento, con uno squilibrio tra debiti e risorse economiche per fronteggiare la situazione.

La procedura non è accessibile a chi ne ha già beneficiato almeno una volta; ha fatto ricorso da meno di 5 anni prima della scadenza del termine; non ha fornito la documentazione richiesta o è in possesso di una situazione patrimoniale non ideona al pagamento dei debiti. Inoltre, è concessa solo se il debitore non atti in frode ai creditori, è colpa o dolo nell’indebitamento.

 

Annullamento debito e sospensione cartella

L’annullamento del debito è una procedura possibile e rivolta solo ed esclusivamente ai debiti non dovuto perché già pagati o non esistenti.

È possibile fare richiesta di annullamento in autotutela all’Ente creditore, al quale viene chiesto di correggere l’errore. Non è possibile presentare la domanda di annullamento debito direttamente all’Ader ma, a volte, si può chiedere la sospensione della cartella in attesa di verifica.

La sospensione va chiesta entro 60 giorni dalla notifica della cartella, ma non è possibile chiederla per gli avvisi non notificati dall’ente di riscossione e per i solleciti di pagamenti inviati con posta ordinaria.

L’annullamento, totale o parziale, del debito è richiedibile anche dal giudice, in base alla procedura indicata all’interno del documento da impugnare. Il buon esito dell’annullamento porta l’obbligo di rimborso, totale o parziale, delle somme non dovute ma già pagare.

Rinuncia all’eredità

Se i debiti provengono da un’eredità, il miglior modo di liberarsene è fare la rinuncia della stessa entro 10 anni dall’apertura della successione (ridotti a 3 mesi se l’erede possiede dei beni del defunto).

Con la rinuncia della successione, si evita la responsabilità dei debiti del defunto. È possibile anche accettare con beneficio d’inventario, in modo da separare il patrimonio ereditato dal personale, rendendo solo il primo aggredibile dai creditori ereditati.

Se si accetta in pieno l’eredità, invece, non ci si può liberare dei debiti ereditati ma bisognerà seguire le procedure agevolate per il pagamento del debito.

L’impugnazione del decreto ingiuntivo

Il decreto ingiuntivo obbliga il debitore a pagare il credito sulla base di una prova di debito, ma è possibile anche impugnare questa decisione. Per opporsi bisogna dimostrare che il debito è inesistente; il pagamento è già avvenuto; sono presenti errori di conteggio e/o di forma.

Si ha tempo 40 giorni per presentare la notifica di decreto ingiuntivo. È importante allegare tutta la documentazione e le motivazioni che spingono all’opposizione. Se il giudice ritiene infondati le motivazioni del ricorso, il debitore rischia di dover pagare il debito e anche le spese legali e processuali.

Debito in prescrizione

I debiti caduti in prescrizione sono da considerarsi cancellati, a patto che sia trascorso il tempo previsto dalla legge senza altri atti interruttivi da parte del creditore o riconoscimenti del debito da parte dello stesso debitore. In tal caso, alla richiesta di pagamento del debito, basta presentare un’opposizione dimostrando il decadimento dei tempi e l’avvenuta prescrizione.

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