Crisi per petrolio e gas: l’Accordo di Parigi

cambiamento climatico

Periodi critici per le quotazioni del petrolio e gas. Il cambiamento di rotta all’interno degli investimenti che un tempo vedevano destinatari indiscussi il petrolio e il gas, è stato segnato dall’accordo di Parigi.

Firmato nel dicembre 2015, l’Accordo di Parigi (COP21) ha coinvolto centonovantacinque paesi all’interno di un piano d’azione globale volto alla condivisione di politiche a salvaguardia delle condizioni climatiche mondiali.

L’obiettivo a lungo termine riguarda il mantenimento dell’aumento medio della temperatura mondiale al di sotto dei due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali. Obiettivo raggiungibile con politiche d’investimento nel settore verde e in fonti di energia rinnovabili.

Qualche dato

La crisi di petrolio e gas si evince da un dato di carattere economico: nel 2016 l’investimento nelle energie fossili (petrolio e gas) è stato di 1,6 miliardi di euro, che in termini di percentuale si traduce nel 5per cento del totale dei fondi concessi nello stesso anno.

Una sempre più forte coscienza del pericolo rappresentato dai cambiamenti climatici e una consapevolezza sempre più lucida sulla necessità di politiche produttive ecosostenibili, costituiscono le ragioni della crisi degli investimenti in petrolio e gas.

Nonostante tali dati, la lotta contro i cambiamenti climatici sembrerebbe ancora ardua ed il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi ancora lontani.

Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, si è espresso in questi termini: “Il treno del clima non aspetta, l’imbarco è immediato, perché non c’è un piano B“, sottolineando l’urgenza di un cambiamento di rotta immediato negli investimenti energetici.

Il segretario, all’interno del vertice One Planet Summit, ha invitato, tra le varie proposte e possibili strategie risolutive, gli stati ricchi a fornire cento miliardi di dollari all’anno fino al 2020 soprattutto ai paesi in via di sviluppo.

Passi in avanti: One Planet Summit

cop_21_paris_2015

Alle porte di Parigi, si è tenuto il vertice sul clima One Planet Summit.
Nuove idee, proposte e decisioni sono state lanciate al fine di rendere sempre più green, nei prossimi anni, il percorso degli Stati aderenti, delle aziende capolinea del settore produttivo e dei grandi investitori.

Qualche nuovo impegno:

  • La Banca Mondiale si è impegnata per il 2019 a cessare il finanziamento di tutti quei progetti riguardanti l’esplorazione e l’estrazione di petrolio e gas.
  • La compagnia assicurativa AXA ha annunciato di fermare tutti i nuovi interventi sul carbone e sulle sabbie bituminose (ottenute dalla raffinazione del petrolio) e di investire entro il 2020 ben dodici miliardi di euro in progetti e iniziative verdi.
  • Un gruppo di duecento grandi investitori, tra cui HSBC, ha deciso di far pressione su oltre cento aziende tra le più inquinanti affinché dirottino le loro politiche gestionali verso una riduzione delle emissioni di gas serra e verso un miglioramento delle loro informazioni finanziarie sul clima.

ClimateAction 100+

L’operazione, sopra citata, dei duecento grandi investitori prende il nome di ClimateAction 100+. Nello specifico, la pressione sulle cento aziende effettuata dagli investitori per l’adozione di politiche verdi, consisterà in un monitoraggio costante per cinque anni.

Il peso di tale monitoraggio è rappresentato da calibro economico che caratterizza gli investitori in quanto essi rappresentano 26.300 miliardi attivi di gestione.

Le cento aziende monitorate comprendono:

  • gruppi petroliferi e del gas come BP, Chevron, Carbone India;
  • soggetti operanti nel settore dei trasporti come Airbus, Ford, Volkswagen;
  • gruppi minerari e siderurgici come ArcelorMittal, BHP Billiton, Glencore, ecc.

accordo di parigi

Francia: le nuove proposte di Macron

Al vertice, l’ufficio del presidente Emmanuel Macron ha presentato dodici nuovi progetti da un centinaio di milioni di dollari.
Tra questi: un fondo d’investimento per i paesi caraibici colpiti dagli uragani e un programma di sviluppo di macchine elettriche in otto stati americani.

Al fine di ridurre le emissioni, come siglato nella conferenza dell’Accordo di Parigi, i dodici progetti mirano anche a metter fine alla circolazione dei motori a combustione.

Il presidente francese si è mostrato del tutto determinato a combattere il cambiamento climatico, sebbene consapevole che la strada sia ancora lunga. Difatti, ha dichiarato l’esigenza di uno choc nei metodi produttivi dei Paesi affinché possano repentinamente indirizzarsi verso strategie di gestione e politiche verdi.

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