Il Contributo IVS è una tipologia di contributo obbligatorio che dipendenti, autonomi, artigiani e commercianti e agricoltori devono pagare con scadenza annuale all’INPS. Spesso ci si riferisce a questo contributo con il termine generico di contributi INPS.

Mentre per i lavoratori dipendenti quest’obbligo è assolto dal datore di lavoro (che detrarrà dalla busta paga l’intera quota contributiva IVS), per gli autonomi è di grande importanza conoscere i propri obblighi previdenziali, al fine di evitare spiacevoli sorprese al momento della dichiarazione dei redditi e delle varie scadenze.

COS’È IL CONTRIBUTO IVS

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Il contributo IVS rientra fra i contributi previdenziali statali

Contributo IVS è l’acronimo per Invalidità, Vecchiaia e Superstiti: tale forma di contribuzione non è altro che il contributo INPS obbligatorio che i lavoratori devono versare obbligatoriamente. Coloro che versano il Contributo IVS, dunque, hanno il diritto di usufruire di queste prestazioni qualora soddisfino uno dei seguenti requisiti: anzianità, invalidità o morte.
Sono tenuti a pagare il Contributo obbligatorio IVS:

  • dipendenti privati
  • lavoratori autonomi (autonomi iscritti alla gestione separata INPS, lavoratori autonomi occasionali, lavoratori con contratto a progetto, venditori porta a porta)
  • artigiani e commercianti
  • coltivatori diretti (rientrano in questa fascia anche coloni e mezzadri, IAP)
  • giornalisti iscritti all’INPGI

Non sono tenuti al versamento del Contributo IVS:

  • dipendenti pubblici

Per i lavoratori dipendenti, il contributo IVS non deve essere versato in prima persona dal lavoratore, in quanto viene assolto in parte dal datore di lavoro e in parte trattenuto in busta paga (per indicazioni più precise vi rimandiamo al paragrafo dedicato ai lavoratori dipendenti).

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Il contributo IVS può essere pagato nel modello F24

Per i liberi professionisti e gli autonomi, invece, la contribuzione è a proprio carico e deve essere versata entro specifiche scadenze (solitamente il 30 settembre, ma vi sono variazioni da una categoria all’altra).
Le aliquote contributive variano a seconda della tipologia di inquadramento lavorativo e delle categorie sopra indicate: al momento, non esiste un’aliquota unica né una disciplina comune a tutte le categorie tenute al versamento dell’IVS.

Diversamente da quello che si potrebbe pensare, il Contributo IVS non è una forma di tassazione: si tratta infatti di un contributo previdenziale, la cui funzione è quella di tutelare il lavoratore a fronte di un evento che gli impedisca di poter lavorare.

Il Contributo IVS non è l’unico onere previdenziale a carico dei lavoratori: a questo, infatti, si devono aggiungere: DS, CIG e i versamenti per malattia.

CONTRIBUTO IVS: LE ALIQUOTE E GLI ONERI

Le aliquote contributive vengono pubblicate su base annua dall’INPS per le varie categorie di lavoratori tenuti al versamento e possono essere modificate dalle Finanziarie. Di seguito sono elencati gli obblighi di legge e le peculiarità della contribuzione IVS per le varie tipologie di lavoratori tenuti al versamento.

IL CONTRIBUTO IVS PER I LAVORATORI AUTONOMI:

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I lavoratori autonomi pagano il contributo IVS con un’aliquota del 25%

L’INPS pubblica annualmente le aliquote contributive per i lavoratori autonomi, specificando anche gli eventuali scaglioni contributivi. Esistono sostanzialmente due fasce contributive per gli autonomi, a seconda che siano liberi professionisti o che siano subordinati ad un datore di lavoro:

  • i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata pagano il contributo ivs con un’aliquota del 25%. Tale onere è interamente a loro carico; rientrano in questa categoria i lavoratori autonomi aderenti al regime dei minimi o al regime forfettario.
  • i lavoratori autonomi con contratto a progetto, contratto di collaborazione occasionale e venditori porta a porta l’aliquota contributiva ivs è del 24% e viene pagato per i 2/3 dal lavoratore e per 1/3 dal datore di lavoro

I lavoratori autonomi iscritti ad altre forme di previdenza (come i professionisti iscritti ad un Ordine che abbia una cassa di previdenza autonoma; ad esempio Avvocati, Commercialisti e Giornalisti) non sono tenuti a versare il contributo IVS.

IL CONTRIBUTO IVS PER I LAVORATORI DIPENDENTI:

Il Contributo IVS per i lavoratori dipendenti non può superare il 33% del reddito: questo limite è stato introdotto con la Finanziaria del 1° gennaio 2007.

Una quota del Contributo IVS per i lavoratori dipendenti è a carico del lavoratore (il 9,19% oppure il 9,49% per quei settori che prevedono un contributo straordinario CIGS a carico del lavoratore). Questa quota viene trattenuta dalla busta paga; questo significa che il dipendente, in busta paga, troverà un’apposita dicitura “Contributo IVS“.

L’INPS ha stabilito un minimale di contribuzione, determinato sulla base del minimale giornaliero di 47,68€. Altresì, è previsto un massimale contributivo, fissato nella cifra di 100.324,00€

IL CONTRIBUTO IVS PER GLI AGRICOLTORI:

Il Contributo IVS per gli agricoltori, dipende dall’età del contribuente, dall’ubicazione dell’azienda agricola e dal reddito annuo. Sono previsti quattro scaglioni di reddito. A partire dal 2018 l’aliquota contributiva per agricoltori, mezzadri e coloni è fissata al 24%.

L’aliquota inoltre è ridotta per gli agricoltori diretti la cui impresa agricola è ubicata nelle zone montane o nelle altre aree svantaggiate. Per conoscere le aree a contribuzione ridotta è possibile consultare il sito dell’INPS o rivolgersi all’associazione dei coltivatori locale.

IL CONTRIBUTO IVS PER ARTIGIANI E COMMERCIANTI

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Il Contributo IVS è obbligatorio per artigiani e commercianti, ma anche per i loro familiari

Il Contributo IVS è obbligatorio per artigiani e commercianti, ma anche per i loro familiari nel caso in cui lavorino nell’impresa con continuità. L’aliquota contributiva è suddivisa in due scaglioni, a seconda dell’età dei singoli lavoratori:

  • età superiore a 21 anni, per gli artigiani è del 23,10% e per i commercianti del 23,19%
  • età inferiore a 21 anni: per gli artigiani è del 20,10% e per i commercianti del 20,19%

L’INPS fissa annualmente un minimale e un massimale contributivi. Il contributo, per artigiani e commercianti, è calcolato sulla base del reddito ma non può scendere sotto una soglia minimale; questo significa che, nell’ipotesi che un artigiano o un commerciante abbia conseguito un reddito prossimo allo zero, in ogni caso sarà tenuto al versamento del minimale contributivo IVS. Per questa categoria di lavoratori, infatti, si parla di Contributo IVS fisso.

Questo contributo è dovuto anche dai soci di una società in accomandita e delle SRL, anche qualora si tratti di un socio unico.

IL CONTRIBUTO IVS PER I GIORNALISTI ISCRITTI ALL’INPGI

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I giornalisti pagano un’aliquota del 10% per il contributo IVS

L’INPGI è l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani; per i giornalisti (pubblicisti e professionisti) iscritti a tale gestione separata, l’aliquota contributiva è fissata nella misura del 10% a carico del professionista, a cui si aggiunge un 2% a carico del committente del lavoro.

È previsto un contributo straordinario per la maternità; per conoscere gli importi esatti delle aliquote contributive e dei contributi straordinari, aggiornati agli ultimi decreti legislativi, suggeriamo di consultare il sito ufficiale INPGI. Quest’aliquota comprende il Contributo IVS obbligatorio.

A CHI RIVOLGERSI PER IL PAGAMENTO DEI CONTRIBUTI IVS?

Se affidate la vostra dichiarazione dei redditi ad un commercialista, sarà lui a calcolare la quota contributiva IVS sulla base del vostro reddito: in questo caso non dovrete fare altro che attendere le sue istruzioni ed, eventualmente, chiedergli gli approfondimenti del caso.

Se invece compilate il modello F24, troverete lì tutte le indicazioni per il pagamento del Contributo IVS.

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