Chiusa finalmente la lunga fase di “vacatio” con l’insediamento del nuovo Governo, l’attenzione di tutti si può concentrare nuovamente sulle questioni quotidiane e sulle difficoltà che erano state momentaneamente archiviate; tra i primi a far sentire la propria voce c’è Confedilizia, che ha invitato il neo Presidente del Consiglio e tutti i Ministri del nuovo Governo a rivolgere lo sguardo sul rilancio del settore immobiliare.
Rilanciare l’edilizia
L’auspicio dell’associazione nazionale di rappresentanza dei proprietari di casa è che il “mattone” sia inserito tra priorità dell’esecutivo, valutando a pieno il valore di questo comparto, che rappresenta sia uno strumento di salvaguardia del risparmio delle famiglie che un mezzo di stimolo per la crescita, con effetti virtuosi sulle imprese, sul lavoro e sui consumi.
Lo scenario italiano
Il mercato immobiliare italiano non vive certo una fase positiva, con una lunga fase di contrazione degli affari dovuta anche inevitabilmente alla crisi congiunturale e al calo dei prezzi, mentre sul fronte burocratico le varie novità normative, descritte in questo focus su AvvocatoAccanto.com, hanno contribuito a semplificare procedure e informazioni circa le varie branche, come il contratto di locazione ad uso abitativo o quello commerciale.
Il problema della tassazione
L’associazione nazionale dei proprietari di immobili evidenzia anche le principali criticità dello scenario italiano, a cominciare dal nemico numero uno, le imposte: “Il sistema di tassazione sugli immobili va ripensato dalle fondamenta. Le aliquote medie di Imu e Tasi hanno ormai raggiunto il 10 per mille su basi imponibili che sono state aumentate del 60 per cento con la manovra Monti”, dice una nota ufficiale di Confedilizia. In particolare, si ricorda anche che questa situazione non ha risparmiato “neppure le case affittate a canone calmierato e con un’imposizione che raggiunge livelli di accanimento in presenza di abitazioni che non si riescono a locare, per le quali in molti casi si applica persino l’Irpef (su un reddito inesistente). In più, c’è la tassa rifiuti. In totale, la Iuc (vale a dire la somma di Imu, Tasi e Tari) pesa ogni anno per circa 31 miliardi di euro“.
I consigli alla politica
I rappresentati della proprietà immobiliare, fulcro di un comparto chiave per l’economia del nostro Paese, ritengono che questo sia “un onere non più sostenibile e, soprattutto, di una tassazione puramente patrimoniale, che non tiene nel minimo conto la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. Occorre riformare radicalmente il sistema, sostituendo Imu, Tasi e Tari con un tributo effettivamente legato ai servizi e deducibile dal reddito di persone fisiche e imprese”.
Un decalogo di proposte
Non è la prima “escursione” di Confedilizia nell’agone politico, visto che l’associazione – insieme alle altre organizzazioni rappresentative del comparto (Fiaip, Finco, Confassociazioni immobiliare, Aspesi, Adsi, Gesticond, Avi, Anbba, Assindatcolf, Assotrusts, Ape) – aveva realizzato un decalogo di proposte per il rilancio del settore immobiliare in vista delle elezioni del 4 marzo.
Riduzione della pressione fiscale al primo posto
Tra i “consigli”, che si dividono in propose e spunti alla classe dirigente nazionale, ci sono richieste molto specifiche, a cominciare (ovviamente) dalla riduzione della pressione fiscale sul comparto immobiliare. Gli altri punti riguardano lo sviluppo e il rilancio dell’investimento immobiliare da destinare alla locazione da parte dei gestori professionali, imprese e privati, e poi l’estensione della cedolare secca a tutti i contratti di locazione, la garanzia per il locatore di rientrare in possesso dell’immobile in tempi certi e la liberalizzazione delle locazioni commerciali.
Idee per rilanciare il comparto
Infine, le associazioni del settore immobiliare invitano a mettere in atto la stabilizzazione degli incentivi per gli interventi di manutenzione, riqualificazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico del patrimonio edilizio e semplificazione della normativa riguardante i titoli edilizi, da accompagnare a misure di stimolo e di sostegno alla rigenerazione urbana e incentivi fiscali per le permute immobiliari. Gli ultimi due punti riguardano lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata e la proposta di istituire, all’interno del governo, una cabina di regia per lo sviluppo immobiliare, la casa e l’edilizia.