La bevanda non alcolica, che non sia l’acqua, più diffusa a livello mondiale, i cui fatturati fanno concorrenza al mercato del petrolio, è senza alcun dubbio il caffè.

Un po’ di storia

L’origine del caffè è stata incerta per molto tempo, combattuta tra varie regioni nel mondo, soprattutto Etiopia, Persia e Yemen.

Al momento pare che un punto fermo sia stato messo da Pellegrino Artusi che nel suo celebre libro di ricette indica come migliore caffè quello proveniente dalla città di Mokha proprio nello Yemen.

Altra storia sfiziosa è quella che vuole che il caffè sia stato donato al Profeta Maometto direttamente da Allah, tramite l’intervento dell’Arcangelo Gabriele per dargli vigore nel proseguire il suo operato, preparò un magico infuso il cui profumo si sarebbe diffuso a grande distanza.

E che dire della storia secondo cui in Abissinia alcune piante di caffè presero fuoco diffondendo il loro aroma per diversi chilometri?

La storia commerciale del caffè

1. Il caffè in Europa

A partire dal 1400, attraverso la città di Damasco, iniziarono i primi commerci veri e propri di caffè come lo conosciamo oggi, per giungere fino ad Istanbul, dove veniva servito in locali pubblici e case private.

In Europa si presume che la prima nazione in cui si diffuse il caffè sia stata la Germania, per poi estendersi in Austria e infine in Italia in cui il primo a parlarne fu tale Prospero Alpini nel suo libro “De Medicina AEgyptiorum“, uscito nel 1591.

L’uso del caffè come viene oggi preparato, in Italia, è da attribuirsi alla città di Venezia, grazie ai suoi continui scambi commerciali con il Vicino Oriente.

Per farne un’attività economica a tutti gli effetti dobbiamo però rivolgere lo sguardo all’Inghilterra, dove nella metà del 1600 troviamo un gran numero di coffeehouse dove la bevanda veniva servita.

Si trattava di veri e propri circoli dov’era possibile discutere di politica e altre questioni, sorseggiando questa bevanda nera, inebriante ed energetica, oltre che profumata.

Da un’ottantina, ad inizio secolo, superarono le tremila unità agli inizi del 1700.

2.Il caffè nel resto del mondo

coltivazione del caffèConsiderata l’ormai capillare diffusione delle coffeehouse, in Europa si sentì la necessità di cominciare la coltivazione della pianta da cui proveniva la bacca che dava vita alla bevanda, fino ad allora importata dal medioriente.

Il caffè venne così coltivato nelle colonie Britanniche, Francesi e Olandesi, che per il clima potevano garantire un ottimo raccolto di quei frutti.
Esempio ne è il fatto che il Brasile produca da solo un terzo della produzione mondiale di caffè.

Per averne la diffusione anche sul Continente e oltre Oceano negli Stati Uniti, dobbiamo aspettare la fine del 1600, con l’apertura della London Coffee House a Boston, datata 1689, e del King’s Arm a New York sette anni dopo.

L’attività dell’investire nel caffè oggi

Per poter intraprendere un’avventura proficua in tale settore bisogna necessariamente affrontare tutta una serie di questioni collegate alla concorrenza, lo studio dei diversi mercati e la distribuzione.

Il tutto tenendo bene a mente quali siano le normative, spesso diverse nei vari paesi, e le regole fiscali.

Ovviamente qui non parleremo di come aprire un’azienda che produca caffè, bensì di come impiegare le nostre risorse economiche per farle fruttare investendo in questo settore.

Cerchiamo quindi di stilare una lista delle possibili vie per investire nel caffè:

1- ETF del caffè

L’uso di questo strumento, costituito da opzioni, riduce al minimo i rischi collegati all’investimento.

Esiste la possibilità di ricorrere a uno strumento mirato come l’EFT Dow Jones-UBS Coffee ETN (JO), che offre tante e tali sfumature al suo interno da poter garantire di cogliere ogni particolarità nell’andamento del fondo.

2- Acquisto azionario del caffè

Altra possibilità offerta a chi volesse affrontare questo settore è quella di investire nell’azionariato di aziende che operano nel settore del caffè, con l’accortezza però di valutare quale sia il loro trend di crescita e sviluppo, scegliendo solo quelle effettivamente floride.

Un suggerimento è quello di scegliere magari aziende che producano anche altri beni (conserve, succhi, marmellate e così via) per ridurre al minimo le possibili criticità in caso di crisi nel settore per un certo periodo di tempo.

3- Futures del caffè

Tra le varie forme di investimento, nel settore del caffè, i futures rappresentano certamente quella più difficile e rischiosa, consigliabile ad investitori esperti o comunque sotto il controllo di accurate valutazioni.

Premesso quanto appena detto, è bene sapere che tutti i futures del caffè sono quotati nel New York Mercantile Exchange con il simbolo KC.

In un anno si possono scegliere solo un massimo di 5 futures e per un importo pari a 37.500 libbre di caffè (che non sono poche).
Grandi rischi per grandi guadagni, insomma.

Conoscere il caffè per capirlo

pianta di caffè

Se si è deciso di utilizzare le proprie risorse nel mondo del caffè, è bene comunque conoscere almeno quali siano le diverse varietà che lo compongono con punti di forza e debolezze.

I paesi maggiori produttori di caffè oggi sono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia, per poi passare, secondo le diverse annate, a Messico, Guatemala, Honduras, Nicaragua, El Salvador, Etiopia, India ed Ecuador.

Se consideriamo che oltre 20 milioni di persone sono occupate nella produzione di questo seme, è facile renderci conto di quanto i paesi in via di sviluppo possano dipendere dalla sua produzione.

Ovviamente, a seconda delle dimensioni della produzione e delle risorse economiche dei vari produttori, troveremo anche una differenza sulle possibilità di aspettare la maturazione completa dei frutti o il bisogno di raccoglierli anche se ancora acerbi pur di portare liquidità economica nelle casse delle varie aziende.

Il tutto dipende infatti dalla capacità di gestire al meglio le proprie scorte e la relativa logistica.

Accade quindi che quando i prezzi del caffè crescono, i piccoli produttori sono costretti a svendere subito i propri raccolti ad acquirenti privati che pagano subito e in contanti, mentre al contrario, se ne avessero la forza, potrebbero attendere di concludere la vendita con delle cooperative che pagherebbero meglio ma con tempi più lunghi.

All’opposto, se i prezzi scendono, i piccoli produttori si rivolgeranno alle cooperative accettando le loro condizioni.

Valutazione conclusiva sul caffè

Come contropartita per tutto l’impegno necessario all’investimento nel caffè, a fronte dei rischi legati ai fattori di cui abbiamo appena parlato, però c’è anche da dire che i profitti che potrebbero essere realizzati sono davvero ingenti.

Alcune operazioni commerciali hanno portato alla realizzazione di profitti considerevoli negli ultimi anni, basti pensare al celebre caso della catena di caffetteria Starbuck’s che, a fronte di un’accusa di aver male operato nel settore, si è difesa dimostrando di aver incrementato del 400per cento l’acquisto di caffè con un pagamento maggiorato di addirittura il 23per cento.

Da questo esempio si capisce, dunque, come le varie operazioni di speculazione presenti nel mercato, possano contribuire a far cambiare prezzi e opportunità di guadagno.

Per cui avendone disponibilità economica, l’investire nel settore del caffè potrebbe essere una buona via di diversificazione del portafoglio.

Unico neo, potrebbe essere rappresentato da un cambiamento repentino delle mode e delle abitudini dei consumatori, visto che il caffè non trova molti altri impieghi al di fuori di quello della ristorazione.

Comunque sia, considerate che il caffè, da solo, muove un volume d’affari di circa 90.000 milioni di dollari all’anno!

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