I buoni fruttiferi sono uno strumento finanziario a basso rischio di investimento emessi da Poste Italiane. Nel corso degli anni i buoni fruttiferi hanno subito dei cambiamenti nella forma e soprattutto nei rendimenti. I buoni fruttiferi sono emessi dalla “Cassa depositi e Prestiti Spa” e garantiti dallo Stato, per cui rappresentano un investimento sicuro per i risparmiatori.
In qualsiasi momento si può chiedere il rimborso e nello stesso tempo si può procedere al calcolo dei buoni fruttiferi (calcolo degli interessi maturati).
- Come sottoscrivere i buoni fruttiferi
- Calcolo buoni fruttiferi
- Le tipologie e il calcolo dei buoni fruttiferi
- Perché scegliere i buoni fruttiferi
- Tassazione e termine dei buoni fruttiferi
Come sottoscrivere i buoni fruttiferi
Vi sono diverse tipologie di buoni fruttiferi: buoni fruttiferi postali ordinari, buoni fruttiferi dematerializzati, buoni dedicati ai minori, buoni a termine 3 anni plus. La caratteristica principale dei buoni fruttiferi è che per la loro emissione non è prevista alcuna spesa di gestione e rimborso. Il capitale investito può essere ritirato in qualunque momento senza l’applicazione di eventuali penalità e all’atto della riscossione viene applicata solo una tassazione con aliquota agevolata del 12,50per cento.
Per sottoscrivere i buoni fruttiferi basta recarsi presso un ufficio postale e scegliere la forma cartacea oppure dematerializzata. L’operazione può avvenire anche on line. Prima di sottoscrivere un buono postale attraverso il portale di poste italiane è possibile simulare il calcolo dei buoni fruttiferi inserendo l’importo che si desidera investire e indicando la data presunta di riscossione.
Questa operazione permette ad un risparmiatore di avere un’indicazione per il suo investimento e di poterla confrontare con altri strumenti di investimento alternativi ai buoni fruttiferi.
Per poter sottoscrivere buoni fruttiferi è consigliabile aver acceso presso le poste un conto corrente postale o un libretto di risparmio dai quali poter prelevare le somme da investire e depositarle alla scadenza dei buoni fruttiferi. In alternativa si possono sottoscrivere buoni fruttiferi anche senza aver alcun rapporto con poste italiane presentandosi allo sportello postale con la somma da sottoscrivere in contanti.
All’atto della sottoscrizione bisognerà esibire i documenti della persona che richiede l’emissione dei buoni fruttiferi, anche se diversa dal beneficiario.
Come fare il Calcolo buoni fruttiferi
All’interno del portale di Poste Italiane il risparmiatore può verificare in qualsiasi momento il valore del suo buono fruttifero attraverso una funzione appositamente studiata per il calcolo dei buoni fruttiferi.
Per calcolare il valore dei buoni fruttiferi bisognerà inserire la data di sottoscrizione (giorno, mese e anno dell’emissione del buono presente sul buono cartaceo), la data di rimborso (data presunta di riscossione), la tipologia del buono (negli anni passati sono stati emesse diverse tipologie di buoni fruttiferi oggi non più in emissione), inserire la divisa (scegliere se effettuare il calcolo buoni fruttiferi in euro o in lire) e infine premere sul tasto calcola.
Il sistema restituirà l’intero valore del buono fruttifero comprensivo degli interessi maturati.
Le tipologie e il calcolo dei buoni fruttiferi
I buoni fruttiferi si differenziano fra loro sia per la durata che per il rendimento che offrono al risparmiatore. I buoni fruttiferi ordinari rappresentano forme di investimento di lunga durata; infatti il termine per la riscossione è di venti anni. Dopo tale termine cessano di essere fruttiferi e all’interno della categoria “buoni ordinari” vi sono i buoni a termine o scadenza e i buoni fruttiferi che possono essere riscossi anche dopo altri dieci anni.
Recentemente sono stati messi sul mercato i buoni fruttiferi a 3 anni; essi sono particolari tipi di buoni che garantiscono un tasso di interesse più alto rispetto ai buoni ordinari purché siano vincolati almeno per 3 anni dalla loro sottoscrizione. Un altro tipo di buoni fruttiferi sono quelli dedicati ai minori, i quali assicurano un rendimento che potrà essere riscosso al compimento del diciottesimo anno d’età.
Perché scegliere i buoni fruttiferi
Molte persone da anni scelgono di investire in buoni fruttiferi e ciò avviene per diverse ordini di ragioni. L’Italia è sempre stato un paese con una forte propensione al risparmio e fin dagli anni del dopoguerra sempre più investitori hanno scelto i buoni fruttiferi per impiegare i propri capitali.
Durante il corso degli anni gli strumenti finanziari a disposizione dei risparmiatori sono cambiati e si sono affacciate sul panorama economico nuove formule di investimento. Basti pensare al mercato azionario e obbligazionario; alle materie prime e all’oro, al settore immobiliare, alle opzioni binarie e ai recenti bitcoin.
I buoni fruttiferi hanno, però sempre rappresentato per i risparmiatori la sicurezza del capitale; infatti, chi investe i suoi risparmi in buoni fruttiferi non rischia di avere brutte sorprese, perché il capitale è sempre garantito.
Oggi i rendimenti dei buoni fruttiferi sono ai minimi storici e rispetto ad altre forme di investimento, forse rappresentano quelle meno redditizie. Fra gli anni Ottanta e Novanta invece non era così; infatti, in quegli anni la scelta fra le diverse tipologie di buoni fruttiferi era vastissima e questi ultimi offrivano tassi di rendimento oggi impensabili.
I risparmiatori che hanno investito i loro capitali in buoni fruttiferi prima degli anni 2000 si ritrovano ad avere un investimento con tassi di interesse fra i più alti degli ultimi tempi. Per il calcolo dei buoni fruttiferi, i risparmiatori possono recarsi presso l’ufficio postale per conoscere con esattezza il valore dei buoni fruttiferi sottoscritti unitamente agli interessi maturati.
I buoni fruttiferi in passato erano molto più convenienti; oggi chi sceglie di investire somme di denaro in buoni fruttiferi, nella maggior parte dei casi lo fa per avere dei certificati in sostituzione di soldi liquidi, difficili da gestire e custodire in casa.
Quando un risparmiatore decide di orientarsi verso i buoni fruttiferi come forma di investimento, oggi vi sono alcune tipologie di buoni che offrono margini di guadagno decisamente superiori ad altri.
Se si vuole investire in un prodotto sicuro e al tempo stesso avere un rendimento che cresce nel tempo, vi sono i buoni fruttiferi ordinari che nei primi anni offrono un tasso di interesse abbastanza basso, ma che con gli anni (a partire dal quarto o quinto anno) il rendimento potrebbe sfiorare il 2per cento fino a 18 anni e 2,5per cento fino al ventesimo anno.
I buoni fruttiferi dedicati ai minorenni arrivano ad un tasso medio dell’1,55per cento e in generale i buoni fruttiferi sottoscritti a medio e lungo termine offrono la possibilità di un guadagno nel tempo.
Tassazione e termine dei buoni fruttiferi
I buoni fruttiferi hanno una tassazione agevolato rispetto ad altri tipi di investimento. Nel calcolo buoni fruttiferi bisogna tener conto dell’imposta di bollo che è pari allo 0,20per cento del valore nominale del buono fruttifero, se questo supera la soglia dei 5 mila euro. Il calcolo dell’imposta di bollo va fatta però sull’ammontare totale dei buoni fruttiferi intestati ad un singolo soggetto.
Se tale importo supera i 5 mila euro si paga l’imposta di bollo. A partire dal 2014 la tassazione sugli investimenti finanziari è aumentata dal 20per cento al 26per cento; i buoni fruttiferi postali avendo già una tassazione agevolata del 12,50per cento (ritenuta) sugli interessi maturati perché equiparati a titoli di stato, non hanno subito questa variazione di tassazione.