Venezuela 2027 Obbligazioni e Bond su cui investire
Nel mutevole panorama EuroTix le obbligazioni Venezuela 2027 hanno raggiunto una posizione di estremo rilievo, ricevendo l’attenzione dell’intero mondo della finanza.
Da ultimo, si è tanto parlato di Venezuela 2027 ed ancor di più delle allettanti opportunità ad essi connesse. I bond venezuelani sono stati sotto i riflettori ed oggetto della massima considerazione e delle più svariate previsioni.
Come ben noto, specie in questo ultimo periodo, i bond Venezuela sono i protagonisti di contrastanti pareri, nonché soggetti a repentine mutazioni. La motivazione del loro continuo cambio andrebbe opportunamente ricercata principalmente nella fase economica che ha e sta interessando lo stato del Venezuela e che, al contempo, apre la strada verso scenari di pieno e rischioso default del Venezuela.
- Bond Venezuela
- Quando un investimento si traveste in un’opportunità
- Titoli a breve scadenza e titoli a lunga scadenza
- Il rischio di scottarsi fin troppo
- Le speranze non bastano
- Come muoversi al meglio?
Bond Venezuela
La dipendenza dal petrolio
Si ritiene opportuno precisare che le obbligazioni venezuelane non sono altro che titoli di stato che non solo vengono espressi in dollari americani me che interessano aziende operanti in maniera esclusiva nel mondo petrolifero. Va da sé che tali titoli soggiacino alle dinamiche dell’instabile dollaro, all’interno di quello che è il grande mercato, costituito da tutte le valute mondiali. Il fatto che i bond Venezuela siano emessi in dollari non fa altro che prospettare una non remota e fattibile svalutazione in denaro, una enorme occasione di azzardo e le motivazioni di tutto ciò non tardano ad emergere.
In maniera assai semplice, le obbligazioni Venezuela 2027 sopportano, per forza di cose, il continuo rischio di svalutazione cui è sottoposto il dollaro.
Considerata l’incombenza del grave rischio di perdite, conseguentemente, i rendimenti delle obbligazioni Venezuela 2027 si presentano assai alti ed invitanti per gli investitori. Basti semplicemente considerare che tali rendimenti sono stati registrati all’incirca al 25%, almeno nella prima parte dell’anno. In questo stato di fatto, tanto interessante quanto insidioso, c’è anche una fondamentale variabile da non tralasciare nemmeno per un attimo: i bond Venezuela sono altresì, inevitabilmente, legati dall’andamento del petrolio.
D’altra parte, al giorno d’oggi, coloro che si ostinano ad associare il termine petrolio al solo Medio Oriente si sbagliano di grosso, visto che il Venezuela rappresenta il maggior produttore di petrolio a livello mondiale. Il fine dello stato venezuelano sarebbe proprio quello di negoziare il debito pubblico, di oltre 60 miliardi, proprio in mano a privati investitori.
Tuttavia, se è vero che lo stato venezuelano detiene le maggiori riserve petrolifere del mondo, è anche assai pacifico che il Venezuela, oggi, si palesa e dimostra totalmente dipendente per ciò che concerne l’esportazione del suo prezioso greggio.
Quando un investimento si traveste in un’opportunità
Un’occhiata ad alcuni significativi dati:
Appurato che i rendimenti dei bond Venezuela si svelano decisamente più alti rispetto a quelli promessi da molti altri titoli, passiamo ad analizzare concretamente alcuni recenti numeri:
- ogni singola obbligazione ha raggiunto una discreta stabilizzazione del prezzo, pari a circa 41 dollari
- il suo rendimento ha raggiunto picchi di oltre il 25%, specie agli inizi dell’anno in corso;
- il pagamento delle cedole, con cadenza semestrale, prevede un tasso di interesse del 9,25%.
La ristrutturazione promessa
Ad un esame ponderato dei descritti dati di un qualsiasi investitore, prudente ed attento che sia, così tanto quanto quello più aggressivo ed istintivo, non potrà esimersi dal tralasciare alcuni aspetti di determinante spicco. Più in particolare, è bene concentrarsi sul complesso delle condizioni economiche, sociali e politiche in cui versa lo stato del Venezuela. I mass media, mai come negli ultimi tempi, hanno ben delineato una situazione venezuelana complessiva alquanto infelice e che desta alta preoccupazione sotto disparati fronti.
Per certi aspetti la vicenda intricata del Venezuela sembra una sorta di déjà vu dei Tango Bond argentini. Ad incupire l’aleatorio scenario, si apre la tumultuosa strada verso ciò che non appariva remoto e quindi dritto all’irrimediabile arrivo del default. Intanto, da più parti si mette costantemente in luce come il Venezuela abbia sempre manifestato la piena disponibilità nel ristrutturare il proprio debito, posticipando necessariamente le scadenze dei vari finanziamenti.
Allora, giunti a questo punto, non sembra azzardare chi si domanda perchè il Venezuela si ostini nel volersi sobbarcare un impegno che, forse, risulta più grande delle reali forze di cui dispone nei fatti.
Pur in considerazione di tutto ciò, resiste ancora un grande numero gli investitori altamente ottimisti ed interessati nel concedere una chance alle obbligazioni venezuelane, seppur consci che potrebbe trattarsi di un’opportunità altamente rischiosa, aldilà che il titolo sia a breve o lungo termine.
Titoli a breve scadenza e titoli a lunga scadenza
Come scegliere
Inizia così la corsa all’investimento, Venezuela 2027 in questo caso, ma di fronte ad una situazione generale che non prospetta nulla di buono. Scegliere di puntare sui bollenti bond Venezuela si rivela decisamente una mossa azzardata e con un grado di rischio molto alto.
La possibilità di rimanere scottati non è affatto improbabile. Il discorso, almeno in linea generale, vale indistintamente sia per i titoli di stato a lunga scadenza che per quelli a breve scadenza, sebbene con entità e maniere differenti.
Nel momento in cui si parla di Venezuela 2027, con atteggiamento critico e fortemente prudente, sembrerebbe che l’investimento sia da rivolgere solo ai veri temerari della finanza: coloro che amano buttarsi a capofitto in sfide impossibili e che non temono la perdita del proprio patrimonio… un lusso forse riservato a pochi eletti! Del resto, la manifestata intenzione dello stato venezuelano, cioè quella di voler ristrutturare a tutti i costi il proprio debito e parallelamente di allungare le scadenze dei finanziamenti, non è da considerarsi di certo una circostanza assai promettente o positiva, soprattutto per tutti quegli investitori che mirano verso quei titoli aventi breve durata.
I titoli a breve durata, infatti, se da una parte potrebbero apparire meno rischiosi perché beneficianti di un prezzo più stabile rispetto alle variazioni del mercato, dall’altra parte registrano una inevitabile posticipazione per ciò che concerne la data del rimborso. In pratica, per i titoli di stato venezuelani a breve scadenza è prevista una dilazione nel rimborso rispetto ai titoli di lunga scadenza, i quali manterrebbero fermo l’invitante rendimento annuo del 25%.
Il rischio di scottarsi fin troppo
Tra speranze e default
Nella diligente comparazione del rischio che incombe tra titoli di stato a breve scadenza e titoli a lunga scadenza, i primi sembrano essere maggiormente le vittime predilette dal default. La motivazione di una tale previsione si riconduce sempre al già descritto andamento del prezzo del petrolio, risorsa di cui lo stato venezuelano ne è massima espressione di esportazione, nonostante la drammatica crisi in corso e le continue difficoltà nelle pratiche di estrazione.
Fermo restando il rischio incombente, la situazione attuale ci porta alle seguenti conclusioni:
• investire in bond venezuelani a breve scadenza comporta sottostare maggiormente all’andamento del prezzo del petrolio e quindi, paradossalmente, fare i conti con le variazioni che subiranno le cedole bond.
• investire in bond venezuelani a lunga scadenza appare l’opzione preferita degli ottimisti, poiché lascia aperta la possibilità di risalita del petrolio, con meno (apparentemente) impegni sotto il fronte dell’alto rischio.
La definitiva riuscita verso un investimento a lunga scadenza richiede comunque una visione profondamente fiduciosa e fatalista e non solo in merito al prezzo del petrolio ma anche per ciò che concerne la difficile e delicata situazione politica venezuelana. L’epilogo di un investimento in titoli a lunga scadenza auspica una piena stabilità per il lasso di tempo intercorrente fino alla data del rimborso ma ciò non basta. Urge un che livello del prezzo del greggio raggiunga valori alti, come quelli registrati nel lontano passato ma è specialmente necessario un appianamento dei rapporti tra Venezuela e Usa, oltre che tra Venezuela e Cina.
Insomma, l’avventura verso i titoli di stato venezuelani, nonostante il fermo interesse del paese nello scongiurare a tutti i costi una irrimediabile bancarotta, appare più ardua che mai. Senza dimenticare che il Venezuela è sottoposto anche ad sistema di sanzioni che ha riguardato le pratiche dittatoriali del presidente Nicolas Maduro e che ha influenzato, non di poco, il rendimento dei bond.
Le speranze non bastano
Diversificare è meglio
Tirando le somme, ci si chiede chi effettivamente sarebbe disposto ad affrontare un rischio così elevato, come in Venezuela 2027. Vale davvero la pena affrontare un investimento di tale portata? La risposta negativa sembra essere quella più sensata. Anche le recenti notizie sul rating depongono a sfavore del Venezuela e della sua impossibilità nel far fronte al rifinanziamento del suo debito. Nonostante tutto, restano ancora i molti i temerari che non si arrendono dinnanzi alla mobilità del prezzo del petrolio.
La scelta su come investire non è di poco conto, specialmente in fasi storiche così delicate, proprio come quella che ci riguarda e che implica crisi di portata internazionale. Quando si intende investire, tentare di comprendere la personale propensione all’investimento deve camminare di pari passo con il mirare su investimenti aventi natura redditizia.
Come muoversi al meglio?
Investire o fuggire?
Allora, chi si dovesse ritenere investitore di tipo prudente ed attento, dove prudente non deve intersi come privo di qualsivoglia coraggio e completamente in balia dei flussi del mercato, non si lascerà di certo ammaliare in maniera passiva dalle Venezuela 2027 e dalla titanica impresa che ne risiede dietro. Incrociare le dita e rimmettersi nella beata speranza di un improbabile picco del greggio non basta.
Un investitore che punta alla salvaguardia del proprio patrimonio, nell’ottica di una equa comparazione tra rischio ed investimento, si farà piuttosto guidare da opportune strategie e principi di investimento che si basano sugli ETF diversificati. E’ bene rammendare, per coloro che non ne fossero a conoscenza, che gli EFT hanno il grande pregio di offrire una variegata diversificazione a fronte dell’acquisto di un unico titolo, oltre ad offrire una gestione passiva di investimento che si traduce in un allineamento NAV, ovverosia in un costo d’esercizio sostenibile e non dispendioso.
Gli ETF diversificati hanno pure un’insita liquidità che ne consente uno scambio agevole ed immediato. Non è un caso che la crescita degli ETF sia in continua salita, dato che tali strumenti sembrano destinati a varie tipologie di investitori accomunati però dall’intenzione di non rinunciare tanto al rendimento e tanto alla trasparenza.
Non resta che lasciare le obbligazioni Venezuela 2027 ai più avventanti che non temono la perdita del proprio capitale o il depennamento della cedola. Del resto, tra gli investitori non sono mai mancati gli incoscienti o i sognatori!
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