Veneto Banca è un ex istituto bancario, localizzato a Montebelluna, che nel 2016 contava, ultimo anno della sua attività, la bellezza di 480 filiali dislocate prevalentemente nel Nord Est Italia e quasi 6.000 dipendenti. Nello specifico, questo gruppo di credito ha ricoperto il ruolo di capogruppo di una di quelle 15 realtà nel settore creditizio che la Banca Centrale Europea ha considerato rilevanti a livello strategico.
- Situazione attuale di Veneto Banca
- Storia di Veneto Banca
- Gli ultimi anni di Veneto Banca
- Servizi offerti da Veneto Banca
Situazione attuale di Veneto Banca
Dal 25 giugno 2017, Veneto Banca è stata messa in liquidazione coatta amministrativa per via del Decreto Legge n.99/2017. Di conseguenza tutte le sue filiali fanno parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, leader in quanto a quota di mercato, capitalizzazione e numero di sportelli nell’intero territorio nazionale.
Storia di Veneto Banca
Veneto Banca nasce nel 1877 con il nome di Banca Popolare di Montebelluna. Il territorio dove il gruppo di credito era attivo era carente di strutture aziendali e si era notevolmente impoverito a seguito della forte emigrazione verso gli Stati Uniti d’America di una buona fetta di abitanti di Treviso.
Questi erano i 9 membri del suo primo CDA:
- Antonio Serena: filandiere
- Giovanni Peratoner: farmacista
- Giovanni Ferrari: farmacista
- Antonio Bolzon: ingegnere
- Giobatta dell’Armi: ingegnere
- Giovanni Polin: possidente
- Gaetano Legrenzi: dottore
- Giobatta Marcato: commerciante
- Giovanni Nardello: investitore
A 37 anni di distanza dalla sua fondazione fu creata, a Pederobba, la prima sede distaccata. Ma fu durante il Primo Conflitto Mondiale che la banca in questione giocò un ruolo determinante per l’economia di Treviso e provincia, oltre che per l’intero Veneto: molte imprese a carattere artigiano, infatti, si trovarono in difficoltà e, per non essere travolte dalla crisi economica, chiesero ed ottennero prestiti a condizioni agevolate. Con la disfatta di Caporetto che portarono le truppe italiane a ritirarsi fino al Piave, Veneto Banca, per decisione straordinaria del Prefetto, decise di sospendere la sua attività in maniera temporanea e di spostare la finanza a Ferrara: l’intento era chiaro e consisteva nel tenere al sicuro tutti i valori dall’imminente avanzata del fronte austriaco.
Negli anni successivi, il gruppo di credito veneto conobbe una crescita graduale: un passo rilevante fu quello del 1966, dove si registrò la fusione della Banca Popolare del Mandamento di Asolo che diede origine al nuovo progetto: Banca Popolare di Asolo e Montebelluna. Il trentennio tra il 1970 e il 1990 fu quello più florido per veneto Banca, visto che accompagnò la crescita del distretto industriale della scarpa sportiva. Nel 1984 si verificò una rapina, dove il caveau della sede principale di Montebelluna venne totalmente svuotato dai ladri. Quanto fu rubato resta tuttora un mistero: si parla di cifre comprese tra gli allora 20 e 200 miliardi di lire. Infine, dopo una lunga trattativa durata oltre un anno, il 4 febbraio del 1997, Banca Popolare di Asolo e Montebelluna si accordò con la Banca San Paolo di Torino. Il contenuto di quanto ratificato dai due consigli di amministrazione prevedeva che il gruppo creditizio popolare si occupasse della distribuzione dei servizi dell’istituto bancario torinese che, a sua volta, si impegnava a ridurre in maniera drastica la sua presenza a Treviso e nell’hinterland. In base a ciò, Banca San Paolo Torino cedeva al gruppo veneto due sue filiali. Non tutti i soci videro di buon occhio quest’accordo, tanto è vero che il 22 marzo del 1997 venne nominata una nuova assemblea con l’intento di rimpiazzare grosso modo tutto il CDA. Dopo aver rifiutato i principi dell’accordo con il gruppo torinese, Banca Popolare di Asolo e Montebelluna nominò Vincenzo Consoli in qualità di Direttore Generale. Poi tra il 1990 e il 2001, il business dell’istituto bancario iniziò ad allargarsi, come dimostrarono le varie società controllate: Claris Factor, Claris Assicurazioni, Veneto Ireland Financial Services, Claris Broker e in ultimo Claris Leasing.
Fu nel 2000 che la Popolare cambiò nome in Veneto Banca e a partire da questo momento il suo percorso di crescita mediante per acquisizioni fu ancora più netto: sempre nello stesso anno, venne acquisita Banca Italo Romena; un anno dopo fu la volta della Banca di Bergamo.
Tra le altre operazioni strategiche portate a termine da Veneto Banca, vale la pena citare la creazione di Banca Meridiana con la conseguente acquisizione dei suoi sportelli in Basilicata e in Puglia (2002), l’acquisizione del Banco del Garda, l’acquisto di Eximbank in Moldavia e di Veneto Banka in Croazia, il controllo della Banca Popolare dell’Intra (2007) e infine i salvataggi di Banca Apulia (con conseguente incorporazione di Banca Meridiana) e in contemporanea della Cassa di Risparmio di Fabriano, oltre al controllo di Banca Intermobiliare.
Gli ultimi anni di Veneto Banca
Gli ultimi anni hanno visto le dimissioni di Vincenzo Consoli (2015) dopo 17 anni di attività. Gli successe Cristiano Carrus, in qualità di amministratore delegato. Con la crisi dell’istituto di credito, il piano industriale si è rivelato particolarmente “sanguinoso” con la chiusura di 130 filiali.
Nel 2015 fu portata a termine la trasformazione di questo istituto di credito in società per azioni. Con la quotazione in Borsa, fu necessario un aumento di capitale pari a 1 miliardo di euro. Con questa operazione, Veneto Banca andava a migliorare i coefficienti patrimoniali, deterioratisi in precedenza. Chi dissentiva dall’operazione, aveva la possibilità di recedere a 7,30 euro, accollandosi una sostanziale perdita sul valore nominale pari all’80%.
Solo una percentuale sparuta di azionisti, ossia il 2,2%, optò per l’adesione all’aumento di capitale del 2016. Visto che la Borsa Italiana richiede un valore minimo corrispondente al 25%, Veneto Banca si vide sottrarre l’autorizzazione per essere quotata alla Borsa di Milano. Toccò al Fondo Atlante, creato dal governo italiano per risolvere il problema dei crediti deteriorati, occuparsi sia della rilevazione dei crediti in sofferenza che della ricapitalizzazione. Gli aderenti esercitarono il loro diritto di revoca per 108.131.234 di nuove azioni. Fondo Atlante dapprima sottoscrisse l’aumento di capitale di 1 miliardo di euro, emettendo 10 miliardi di azioni dal valore di 10 centesimi di euro, e poi controllò il 97,64% dell’intero capitale azionario.
Dopo varie vicissitudini, l’accertamento della Banca Centrale Europea dimostrò il dissesto in cui si trovava l’istituto di credito veneto e il Governo Gentiloni optò per la liquidazione coatta amministrativa che si concluse con la cessione a 50 centesimi di euro (altri 50 per la Banca Popolare di Vicenza) e con il trasferimento dei crediti deteriorati ad una società a pubblica partecipazione.
Servizi offerti da Veneto Banca
Il core business di Veneto Banca è rappresentato sostanzialmente da 6 macro aree:
- Conti: tra le proposte di spicco abbiamo “Conto Libero Benvenuto” rivolto ai nuovi clienti; “Conto PMI” indirizzate alle piccole e medie imprese, vera dorsale dell’economia dell’intera regione; “Conto Libero Turbo” ideato su misura per i giovani dai 18 ai 30 anni; “Conto Libero Silver” per i minorenni.
- Mutui e finanziamenti: molteplici sono le proposte di Veneto Banca. Fra queste vale la pena sottolineare “CambiaMutuo”, per il trasferimento del proprio mutuo; “MutuoTuttoSempreSereno”, mutuo caratterizzato dal tasso variabile a difesa dai momenti di rialzo con l’inserimento della soglia limite; “Happy Prestito Casa”, ideale per lavori di ristrutturazione e ottimizzazione dei consumi energetici della propria abitazione; “Prestito Emergency” per fronteggiare le calamità naturali; “Cessione del Quinto”, dove in cambio di 1/5 dello stipendio o della pensione al netto, si può pensare di coronare un progetto; “Finanziamento Cash Plus”, per dare un sostegno alle piccole imprese nel breve-medio termine; “Liquidità aziendale”, volto ad assicurare maggiore flessibilità ad ogni tipologia di business.
- Servizi online: anche qui la proposta commerciale è molto variegata. Tra i vari servizi di pagamento sicuro, come “MyBank”, tra quelli di home banking, come “TesoWeb”, e tra quello di “Remote Benking CBI”, rivolto alle aziende e ai liberi professionisti per dar loro la possibilità di operare h24 online, vi è solo l’imbarazzo della scelta.
- Assicurazioni: anche in questo caso, il ventaglio dell’offerta è ampio. Si segnalano “Progetto Mutuo Protetto”, “Soluzione Famiglia”, “Soluzione Salute” e “Progetto Certezza Più”.
- Carte: Veneto Banca propone Carta Orange C-Less, carta di debito con tecnologia contactless che offre l’opportunità di pagare comodamente mediante avvicinamento al lettore, e Cartasi, un’ottima carta di credito con accesso e assistenza h24.