Quando arriva il momento di scegliere il mutuo gli interrogativi a cui rispondere sono tantissimi. Per esempio è meglio il tasso fisso o quello variabile? Cosa sono TAN e TAEG? A quanto ammonterà la rata? Quali sono i costi aggiuntivi? Se ti sei posti anche tu tutte queste domande in questo articolo troverai i chiarimenti che stavi cercando e siamo certi che ti saranno utili a scegliere il mutuo più adatto a te.

Cosa sono i tassi di interesse?

Per comprendere la differenza tra tasso fisso e tasso variabile devi prima capire chi li stabilisce e perché devi pagarli. In maniera molto semplificata le banche sono regolate dalla BCE che ha il compito di regolare i flussi di denaro che circolano in UE. Questa regolazione avviene attraverso la determinazione dei tassi di interesse in base agli obiettivi di crescita, inflazione o stabilità del periodo in corso.

In sintesi possiamo dire che se la crescita economica sale la BCE aumenterà i tassi di interesse per evitare il rischio di inflazione. Al contrario quando l’economia decresce i tassi vengono abbassati per incentivare la crescita economica.

Quindi conoscere il tasso di interesse migliore e distinguere quello fisso da quello variabile in base al mercato ti sarà utile per valutare se un mutuo è conveniente o troppo dispendioso. Quando il tasso fisso e quello variabile sono ai minimi storici come durante la crisi Covid è chiaro che non vi è molta differenza tra i due. La questione che influenza maggiormente questa condizione è l’incertezza che viviamo che causa una contrazione della domanda in favore del risparmio.

Tasso fisso e variabile: come scegliere?

In genere se stai per richiedere un mutuo di durata inferiore ai 15 anni conviene ragionare sul tasso variabile dato che il rischio dell’’improvviso rialzo è ridotto. Se il mutuo ha durata maggiore ci si orienta, invece, sul tasso fisso. Non è una regola universalmente valida, anche perché non è possibile prevedere il futuro.

La differenza tra fisso e variabile riguarda la tipologia di tasso applicato per cui il primo è basato sull’Euris mentre il secondo fa riferimento all’Euribor, il tasso BCE. Euris ed Euribor vengono calcolati quotidianamente e comunicati dalla Federazione Bancaria Europea.

  • L’Euris, acronimo di Euro Interest Rate Swap, è influenzato dagli Swap, dei complessi derivati che le Banche usano per proteggersi da perdite potenziali.
  • L’Euribor, acronimo di Euro Interest Bank Offered Rate, è il tasso medio delle transazioni finanziarie che avvengono tra le principali banche europee.

Tasso fisso e variabile non coincidono con l’ammontare della rata perché potrebbero essere di uguale valore per tutta la durata del mutuo qualora optassi per un piano d’ammortamento alla francese.

Oltre alla durata del mutuo e all’importo richiesto converrebbe ragionare anche rispetto al reddito familiare e ai probabili scenari futuri. Se non te ne intendi ti sconsigliamo di dare fiducia a guide fai da te e di affidarti alla sapienza di un consulente che opterà per la miglior soluzione per il tuo caso.

Significato di TAN e TAEG

TAN e TAEG sono elementi che caratterizzano qualsiasi prestito e che rappresentano il Tasso Nominale Annuo ed il Tasso Annuo Effettivo Globale di interesse. Sono parametri molto importanti perché ti aiutano a capire realmente se il prestito sarà costoso o conveniente per le tue tasche.

Il TAN è un tasso di interesse puro che viene applicato a qualsiasi finanziamento. Si calcola attraverso l’interesse annuo del prestito a fronte dell’importo erogato. L’interesse non viene quasi mai pagato in una unica soluzione ma viene distribuito per tutte le rate che andrai a versare.

Se opti per un piano di ammortamento alla francese, la più comune, la quota andrà a diminuire man mano che il prestito giungerà alla sua fine.

Il TAEG è un tasso che non viene applicato alle rate ma è un indicatore globale del mutuo e include le spese obbligatorie a cui sei sottoposto. Devi considerarlo un tasso informativo che ti dà l’idea del costo globale del tuo finanziamento. Nel TAEG rientrano le spese obbligatorie come l’istruttoria, le polizze, la gestione dei conti correnti e i costi di pratica. Tutte queste informazioni sono indicate sempre nel documento pre-contrattuale per il quale potrai sempre chiedere spiegazioni al tuo consulente.

Costi aggiuntivi da considerare

Tra i costi aggiuntivi, quindi, rientrano quelle che sono definite “spese accessorie” e che sono costi di cui dovrai farti carico obbligatoriamente. Sono costi che variano da banca a banca e che possono fare la differenza a fine mese, ovvero quando arriverà il momento di pagare la rata. Queste spese possono essere fisse o variabili. Nel primo caso rientrano la produzione di certificati ufficiali, marche da bollo, premi assicurativi e polizze fideiussorie.

Tra le spese variabili, invece, rientrano i costi di pratica per l’accensione del mutuo, le spese di istruttoria, i costi del perito e quelli del notaio. Queste possono variare in base al professionista o all’istituto a cui ti rivolgi e devono essere considerate per la scelta finale del mutuo a cui accedere. Poi ci sono i costi gestionali, quelli dell’incasso della rata e quelli di estratto conto. Per questo prima di scegliere il mutuo conviene avere ben chiare le spese accessorie e valutare non solo rata e durata ma anche quanto ti costerà tutta la manovra a fine mutuo.

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