I contratti di apprendistato sono formule contrattuali pensate per venire incontro alle esigenze dei giovani che, in procinto di entrare nel mondo del lavoro, devono acquisire competenze e, al contempo, fare esperienza.
Molto diversi dallo stage o dal tirocinio, risultano particolarmente impegnativi sia per svolgimento, in quanto abbinano l’attività lavorativa alla formazione, sia per durata, ma offrono anche indubbi vantaggi, a partire dalla possibilità di essere assunti, al termine del percorso, con un contratto a tempo indeterminato.
Chi desidera ottenere un contratto di questo tipo e si domanda quanto potrebbe guadagnare, può consultare una tabella retribuzione apprendistato online; in genere comunque lo stipendio è calcolato in percentuale rispetto a quello di un lavoratore con contratto a tempo indeterminato.
In questo articolo andremo a scoprire che cosa sono e come funzionano i contratti per apprendisti, quali tipologie esistono, a chi sono destinati e quali benefici offrono al lavoratore e al datore di lavoro.
Che cos’è il contratto di apprendistato
Quando si parla di contratto di apprendistato si fa riferimento a un vero e proprio contratto di lavoro part time o full time, il quale consente al soggetto interessato di fare esperienza e acquisire, soprattutto grazie all’affiancamento di un tutor, tutte le competenze necessarie per svolgere al meglio la professione o il lavoro che è chiamato a svolgere.
In aggiunta all’attività lavorativa, l’apprendista deve seguire corsi di specializzazione, formazione o approfondimento, i quali possono variare per natura e tipologia in base al tipo di apprendistato che sta svolgendo.
A seconda dei casi, può essere effettuato come completamento di un ciclo di studi, per conseguire un diploma professionale, una laurea o un dottorato, oppure al fine di ottenere direttamente una qualifica professionale.
Chi ha un contratto di apprendistato riceve uno stipendio in linea con la tabella retribuzione apprendistato definita dai contratti collettivi per la sua categoria.
Livelli di apprendistato: quali sono
I livelli di apprendistato previsti dalla legge sono tre e variano in base alle finalità:
- 1° livello: è l’“Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore”, il quale, alternando pratica professionale e studio presso un istituto di formazione, consente allo studente-lavoratore di ottenere un diploma o una qualifica professionale. La durata, commisurata a quella dell’istituto frequentato, è di massimo 3 o 4 anni;
- 2° livello: si tratta della più nota forma di apprendistato, ossia l’“Apprendistato professionalizzante”, destinato all’ottenimento della qualifica necessaria per lo svolgimento professionale di un determinato mestiere. La formazione, la quale deve sempre alternarsi con la pratica professionale, avviene secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi e la durata massima del contratto è di 3 anni, ma può arrivare a 5 per il settore artigianale;
- 3° livello: l’“Apprendistato di alta formazione e ricerca” è finalizzato al conseguimento di titoli di studio universitari, dottorati di ricerca, alta formazione, nonché al praticantato obbligatorio per l’iscrizione agli ordini professionali che lo richiedono.
Chi può ottenere un contratto di apprendistato
I soggetti che possono accedere a questo tipo di contratto variano in base al livello di apprendistato:
- il primo livello è aperto a giovani e giovanissimi di età compresa tra i 15 e i 25 anni;
- il secondo livello, precedentemente riservato a soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni, è stato esteso, con la Legge di Bilancio del gennaio 2022, a tutti i beneficiari del trattamento di disoccupazione e della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, indipendentemente dall’età;
- il terzo livello è destinato a chi ha un’età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 29.
Quanto guadagna un apprendista
Come già accennato, consultando una tabella retribuzione apprendistato è possibile verificare immediatamente a quanto potrà ammontare la retribuzione, a seconda del settore e del tipo di contratto, nel corso di tutto il periodo contrattuale.
In linea generale, il datore di lavoro ha la possibilità di ridurre la paga del soggetto assunto con contratto di apprendistato ricorrendo al sottoinquadramento, ossia inquadrandolo, durante il primo periodo, fino a due livelli più in basso rispetto ai lavoratori qualificati, oppure alla percentualizzazione, ovvero riconoscendo uno stipendio iniziale pari all’85% di quello spettante per il livello di inquadramento.