Nel corso degli ultimi mesi si è sentito parlare tantissimo dello spread. Un termine che soprattutto per l’economia italiana e per il Governo, è stato un vero e proprio tasto dolente.
Lo spread è un indicatore che fornisce informazione sullo stato di salute di un determinato sistema economico e finanziario rispetto ad un altro. Tutti ricorderanno quando nel mese di novembre 2011, lo spread italiano raggiunse i 570 punti base corrispondente ad un tasso di interesse ben superiore al 7%, costringendo di fatto all’allora Primo Ministro, Silvio Berlusconi, nel rassegnare le dimissioni.
Cerchiamo di capire dunque cosa sia lo spread e soprattutto cosa comporta l’abbassamento oppure l’innalzamento del proprio valore.
Con il termine spread in finanza, si indica il differenziale tra due tassi di interesse di altrettanti prodotti finanziari. Nel caso specifico è il differenziale tra i titoli di stato italiani e i corrispettivi titoli di stato tedeschi.
Entrando maggiormente nel merito, lo spread di cui si sente di più parlare e che quindi viene tenuto in maggiore considerazione è quello che indica la forbice tra i tassi di interesse tra i titoli di stato decennali italiani (Btp) e quelli decennali tedeschi (Bundes). Ad esempio se il tasso di interesse dei Btp è pari al 4,55% e quello dei Bundes è dell’2,75% allora lo spread è pari a 4,55 – 2,75= 1,80 ed ossia a 180 punti base.
Tornando a quello che era successo nel novembre 2011, all’epoca dei fatti si riscontrò un 5,70% di differenza per quanto riguarda i tassi di interesse. Il primo effetto dello spread è sul debito pubblico, in quanto indica l’importo che ogni anno una Nazione deve pagare di interessi per rifinanziare il rispettivo debito pubblico. L’Italia con il perdurare di uno spread così alto, non sarebbe stata in grado di sostenere questa situazione a lungo con una evidente prospettiva di default.
I fattori che solitamente influiscono in positivo ed in negativo in ottica spread sono sostanzialmente riconducibile al rischio che gli investitori che acquistano titoli di stato sono sottoposti. Più c’è il sentore che uno Stato sia in difficoltà e più aumenta lo spread. Infine, lo spread influisce non solo sul pagamento degli interessi dovuti per il debito pubblico ma anche sul costo dei prodotti finanziari finalizzati al credito come mutui e prestiti. Avere uno spread basso teoricamente offre la possibilità ai cittadini di pagare meno interessi su mutui, prestiti e finanziamenti.