Il packaging è sempre più importante nel marketing, perché è in grado di rendere la vendita dei prodotti unica e personalizzata. Utilizzare materiali inquinanti come la plastica però potrebbe essere nocivo per l’ambiente, quindi è fondamentale scegliere con cura le materie prime che si utilizzano.
Tra queste c’è il packaging in vetro, che viene ritenuto igienico e sicuro per contenere bevande e alimenti ma presenta anche il vantaggio di essere riciclabile, quindi molto più sostenibile rispetto ad altri metodi. Non a caso dal 2018 la produzione di bottiglie di vetro è salita del 3,2%: le persone stanno diventando sempre più responsabili dal punto di vista della sostenibilità. Ma il vetro è un ottimo materiale anche per altri motivi, vediamo quali sono.
Vetro e sicurezza alimentare
Quando si imbottigliano prodotti alimentari e bevande è molto importante utilizzare un packaging che permetta di mantenere intatte tutte le proprietà. Il vetro è considerato il miglior materiale per l’imballaggio degli alimenti perché è sicuro, preserva la qualità dei cibi e valorizza il contenuto grazie alla sua trasparenza. Rispetto ai barattoli in latta, il vetro è più efficace a conservare le vitamine del pomodoro e la qualità del vino.
Mentre i contenitori in plastica rilasciano nell’ambiente sostanze nocive, il vetro brilla nella sicurezza e nella sostenibilità. Una bottiglia in vetro può durare tantissimi anni a meno che non si rompa, e comunque inquinerebbe meno di altri materiali che si utilizzano per la conservazione di alimenti e bevande.
Perché il vetro è ottimo per l’economia circolare
Il vetro è un materiale durevole, riciclabile e riutilizzabile come pochi altri: il rottame di vetro infatti permette di produrre nuovi tipi di imballaggi in vetro, con le stesse identiche caratteristiche di quelli realizzati con le materie prime. Utilizzare gli scarti permette di incrementare l’economia circolare, in modo da sfruttare al massimo gli scarti e creare meno rifiuti possibili. Per questo il vetro è un materiale fondamentale per il benessere dell’ambiente, per contrastare il cambiamento climatico, per diminuire i rifiuti in mare e per un miglioramento dell’inquinamento di microplastiche.
Riciclare il vetro è quindi possibile, ma più riusciamo ad utilizzare un prodotto nel lungo periodo meglio sarà per l’ambiente. In Italia il 6% dei rottami di vetro è destinato allo scarto, perché è accompagnato a materiali estranei non riciclabili come il piombo. Eliminare questi materiali è possibile ma rallenta i processi industriali, oltre al fatto che aumenta anche i costi. L’ideale quindi è conservare i prodotti in vetro il più possibile, magari variando il loro utilizzo se col tempo non sono più adatti alla conservazione di alimenti.
Come migliorare il riciclo del vetro
Nonostante sia un processo difficile, migliorare la qualità del riciclo del vetro è possibile ma solo se ogni persona si impegna ad adottare nuove abitudini e se gli enti organizzativi implementano dei sistemi più efficaci. Ecco alcune cose che si possono fare:
Impianti per il trattamento del rottame vetroso: aumentare il numero degli impianti dedicati al rottame del vetro può essere utile per l’economia e per il riciclo. C’è urgenza nella creazione di piattaforme per il rottame del vetro, che per ora deve percorrere troppa strada prima di essere trasportato alle vetrerie.
Raccolta differenziata: non sempre viene fatta nel modo giusto, anzi, in alcune zone del paese i materiali ancora non vengono divisi. In questo caso le amministrazioni devono organizzarsi per responsabilizzare i cittadini, insegnando loro il modo corretto di fare la differenziata. Si possono fare dei corsi mirati, anche nelle scuole, per rendere gli studenti più consapevoli.
Meno rifiuti: meno scarti vuol dire meno inquinamento, per questo le persone dovrebbero essere rieducate al riciclo e alla conservazione degli oggetti. La mentalità consumistica dell’usa e getta deve essere sostituita da un approccio più conservativo: alcuni oggetti rotti possono essere riparati, quelli intatti possono durare a lungo e non devono essere buttati solo perché non piacciono più.