Una delle domande più importanti che chiunque si pone prima di entrare nel mondo del lavoro è “conviene essere lavoratori pubblici o privati?” tale dilemma affligge ogni anno migliaia di giovani ragazzi che per la prima volta si approcciano alla realtà del lavoro. Nonostante la risposta al quesito sembra semplice, se non scontata, è bene capire quali sono le differenze e i diversi trattamenti che intercorrono tra le diverse categorie di lavoratori.
Ci sono diverse e notevoli differenze tra i lavoratori pubblici e privati, a partire non solo dal diverso trattamento economico ma anche dall’assunzione e dal licenziamento.
Come si diventa lavoratore pubblico
In Italia una delle differenze più importanti tra lavoratori pubblici e privati va individuata proprio nella diversa modalità di accesso al lavoro. Per quanto concerne il lavoro pubblico, la Costituzione parla chiaro, il terzo comma dell’articolo 97 stabilisce che, per accedere ad un pubblico ufficio, è necessario prima dover superare un concorso aperto a tutti i cittadini e possedere tutti i requisiti necessari e sufficienti per poter lavorare nell’Amministrazione Pubblica. In genere i bandi per poter diventare dipendente pubblico vengono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale e salvo alcune eccezioni, l’assunzione avviene sulla base delle graduatorie pubblicate.
I requisiti necessari per lavorare nell’Amministrazione Pubblica
Non è possibile stabilire a priori quali sono i requisiti minimi o indispensabili per poter lavorare nell’Amministrazione Pubblica. In genere ogni bando di concorso indica puntualmente tutti i requisiti richiesti che possono oscillare dalla laurea, magistrale o triennale, al master, dottorato o diploma di maturità. Con il passare degli anni però viene quasi sempre richiesta anche una discreta conoscenza di almeno una lingua straniera parlata in Europa. La PA cerca sempre più spesso giovani che abbiano non solo conoscenze tecniche ma anche e soprattutto linguistiche in modo da poter rendere efficiente e funzionale l’ufficio che dovrà rivestire.
Come si diventa dipendenti privati
Diversamente dal pubblico, per lavorare nel settore privato non occorre superare un concorso bandito sulla Gazzetta Ufficiale è sufficiente infatti inviare alle aziende un proprio curriculum dove sono riportate tutte le competenze e i titoli di studio, nonché le precedenti esperienze di lavoro. Sarà successivamente il datore di lavoro o il responsabile delle risorse umane, scegliere quale lavoratore sottoporre a colloquio ed eventualmente assumere.
Il Trattamento di Fine Servizio
Un’altra differenza che intercorre tra i lavoratori pubblici e i lavoratori privati è il cosiddetto Trattamento di Fine Servizio (TFS). Tale trattamento infatti è del tutto sconosciuto nel settore privato ed è dedicato solo ed esclusivamente ai dipendenti pubblici. Diversamente dal Trattamento di Fine Rapporto, presente sia nel privato che nel pubblico impiego, il TFS non ha solo una funzione retributiva ma ha anche una natura previdenziale e si calcola sull’ultima retribuzione percepita. Più precisamente, il TFS comprende svariate tipologie di erogazione: indennità di anzianità (in misura pari ad un mezzo per ogni anno di servizio), buonuscita (per i militari e lavoratori civili) e indennità di premio e di servizio (corrisposta per i lavoratori del servizio privato e degli enti locali). Visti i tempi di liquidazione, i dipendenti pubblici hanno la possibilità di accedere all’anticipo tfs, il che gli permette di avere in tempi piuttosto brevi una notevole somma da poter spendere senza nessuna limitazione. Tutto ciò ovviamente è del tutto sconosciuto al dipendente privato.
La diversa retribuzione tra un dipendente privato e pubblico
Una delle differenze più notevoli tra il dipendente pubblico e quello privato è la diversa retribuzione percepita. Sul sito ufficiale ISTAT, dove sono riportati i recenti calcoli sulle retribuzioni contrattuali per tipo di contratto, è agevole desumere che c’è una notevole differenza di retribuzione tra il settore pubblico e il settore privato. Oltre all’entità della retribuzione è necessario considerare anche un altro aspetto ovvero quello della certezza dello stesso. Il settore privato ormai lascia poco spazio alla stabilità dei lavoratori, specie per quanto riguarda i giovani, o almeno questo è quello che traspare dai dati ISTAT degli ultimi anni. Diversamente dai lavoratori pubblici, per i dipendenti privati lo stipendio viene fissato non dalla legge bensì dalla contrattazione collettiva che vede come protagonisti i sindacati.
Il licenziamento del dipendente pubblico e privato: differenze
Uno dei temi che hanno fatto maggiormente discutere gli esperti del lavoro è la notevole differenza che intercorre nelle regole sui licenziamenti per i dipendenti privati e pubblici. Anche nella fase finale del rapporto lavorativo infatti ci sono delle notevoli sperequazioni che di fatto rendono ancora più ampio il divario tra il settore pubblico e privato. Con la riforma Fornero il legislatore ha varato una tutela reale nei confronti dei lavoratori licenziati in modo illegittimo, questi infatti avrà diritto non solo al risarcimento del danno ma anche alla sua reintroduzione sul posto di lavoro.Per quanto concerne il lavoratore pubblico invece, a questi si applica ancora oggi l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, ad affermarlo è stata non solo la legge Madia ma anche i giudici della Suprema Corte di Cassazione.
Meglio lavorare nel settore pubblico o in quello privato?
Alla luce di tutto questo, è sicuramente possibile affermare che la risposta al quesito è tanto semplice quanto complessa. Sia il lavoro pubblico che quello privato offre alcuni vantaggi, il settore privato ad esempio non conosce concorsi e graduatorie il che significa che, almeno in teoria, è più semplice e veloce trovare un impiego. La realità però è un’altra, recenti statistiche infatti stimano che nel nostro Paese ci sono circa 2,5 milioni di soggetti che non riescono a trovare un impiego, sia pubblico che privato. Il settore pubblico, diversamente da quello privato, offre maggiore stabilità e conosce svariate forme di tutela. Tuttavia, bisogna prendere in considerazione anche il tipo di lavoro che si desidera svolgere e per il quale si ha studiato, in quanto determinate professioni non possono essere svolte nell’ambito pubblico. Il segreto forse è saper cogliere tutte le occasioni che si presentano e sperare che prima o poi arrivi il lavoro perfetto per le proprie capacità e per il quale si ambisce da diverso tempo.