I mercati emergenti, detti anche BRICS, sono Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.
Con questo termine si indica i paesi che:
- hanno un’economia in forte sviluppo
- una crescita costante del PIL
- una grande popolazione (il 42% della popolazione mondiale)
- abbondanti risorse naturali
I mercati emergenti sono stati definiti per la prima volta BRIC nel 2001 da Jim O’Neil in una relazione di Goldman Sachs nella quale si indicava questi 4 paesi come futuri dominatori dell’economia mondiale.
Successivamente venne aggiunto anche il Sud Africa (2010) ed ecco dunque che l’acronimo si è trasformato in BRICS. Per il futuro si prevede che anche Messico, Turchia e Indonesia entreranno a far parte dei mercati mercati emergenti.
I mercati emergenti ebbero il loro primo vertice nel giugno 2009 a Ekaterinburg, in Russia. Nel 2010 questi paesi vennero inclusi nel Fondo Monetario Internazionale con un diritto di voto pari a quello dei paesi più importanti (USA, Giappone, Francia, Italia, Germania e Regno Unito).
I perchè dello sviluppo dei BRICS
Lo sviluppo economico di questi mercati non è da attribuirsi ad un’unica causa. Infatti se Brasile, Russia e Sud Africa hanno avuto questa crescita soprattutto grazie alle risorse naturali che possiedono, la Cina si è concentrata sullo sviluppo dell’industria manifatturiera, diventando così in pochi anni il principale esportatore di merci a basso costo, mentre l’India è diventato il principale esportatore di servizi.
Ciò che li accomuna invece è la reazione positiva avuta alla crisi economica mondiale. Se Stati Uniti e Europa stanno vivendo tutt’ora un periodo di recessione, i mercati emergenti hanno semplicemente rallentato la loro crescita. Cina ed India, ad esempio, in questi anni non sono mai scesi sotto il 6% di crescita del PIL.
Nel corso del tempo questi paesi hanno imparato a collaborare tra di loro aumentando così notevolmente la loro forza e il loro potenziale. A partire dall’incontro tenutosi a Brasilia nel 2010, l’interazione e il coordinamento economico-politico tra questi paesi è aumentato e recentemente hanno agito all’unisono su diverse piattaforme internazionali. Hanno, per esempio, raccolto 75 miliardi di dollari per il Fondo monetario internazionale e si sono incontrati per decidere un approccio comune in politica estera, in particolare in risposta alle politiche europee e statunitensi in Medio Oriente.
Risulta dunque palese come il ruolo, e il peso, dei mercati emergenti è destinato a saliere soprattutto in previsione del fatto che nei prossimi anni le economie del Nord (USA e Europa) avranno una ripresa molto lenta.
In futuro comunque questi paesi dovranno affrontare delle sfide.
Le sfide future dei BRICS
In particolare 4 sono i temi caldi che i mercati emergenti dovranno affrontare:
- Crisi economica globale: i mercati emergenti sono grandi esportatori e la crisi che ha colpito Europa e Stati Uniti li costringe a diversificare il loro modello di esportazione.
- Il processo di crescita è stato associato all’aumento del reddito e alla disuguaglianza patrimoniale. Quest’ultima oltre ad essere socialmente e politicamente disfunzionale è portatrice di tensioni politiche e sociali.
- L’inadeguata generazione di occupazione produttiva, legata alla disuguaglianza, e la disparità di accesso ai servizi sociali di base (problemi comuni a tutti i mercati emergenti).
- La crescita dei mercati emergenti è stata associata al mercato immobiliare. Essendo questo mercato in discesa in tutti i BRICS, ciò crea problemi occupazionali e nel settore finanziario.
I mercati emergenti dovranno trovare strategie efficaci per risolvere questi problemi.