Self management: definizione, vantaggi e come applicarlo ogni giorno
Il concetto di self management è legato alla capacità di organizzare sé stessi in maniera consapevole, integrando pianificazione, gestione delle energie, controllo delle emozioni e capacità di prendere decisioni coerenti con gli obiettivi. A differenza del semplice time management, che si concentra soprattutto sulla distribuzione delle attività, il self management richiede una visione più ampia, implica equilibrio, disciplina e adattamento.
Chi padroneggia questa competenza riduce sprechi di tempo, mantiene performance costanti anche in condizioni di pressione e riesce a costruire relazioni più solide con colleghi e clienti. È una skill che si affina con l’esperienza, osservando i propri limiti e costruendo un metodo personale.
Cos’ è il Self management e quali sono le differenze con il time management?
Molto spesso i due termini vengono confusi ma, il time management riguarda l’uso razionale delle ore disponibili: pianificare compiti, rispettare scadenze, ridurre le distrazioni.
Il self management allarga lo sguardo e tiene conto di fattori oltre quelli temporali come il livello di energia durante la giornata, la resilienza allo stress, la capacità di gestire le emozioni e il modo in cui si prendono decisioni sotto pressione.
Ad esempio, immagina un analista finanziario con un’agenda perfetta che ha pianificato ogni attività, ma al primo imprevisto perde lucidità, accumula ansia e rallenta. In questo caso, il time management è stato rispettato, ma il self management è scarso e senza la capacità di adattamento e controllo emotivo, la pianificazione non regge.
Dal punto di vista aziendale, il self management è ciò che distingue un professionista autonomo da uno che ha bisogno di istruzioni continue. Le imprese oggi cercano persone che sappiano autogestirsi, non solo perché così riducono il carico dei manager, ma perché un team di individui capaci di organizzarsi porta a una maggiore stabilità complessiva.
In sintesi, il time management risponde a “cosa fare e quando”, mentre il self management risponde a “come mi gestisco per portare avanti il mio lavoro con continuità”.
Le aree principali del self management
Il self management non è un’unica abilità, ma un insieme di aree che si intrecciano e anche solo trascurarne rischia di compromettere l’equilibrio generale.
Vediamo quali sono:
- Gestione del tempo e delle priorità
- Controllo delle emozioni e dello stress
- Capacità decisionale
- Problem solving
- Relazioni interpersonali
Gestione del tempo
Si tratta di capire quali attività hanno davvero valore e strumenti come il time blocking o la matrice di Eisenhower aiutano a distinguere l’urgente dall’importante. L’obiettivo non è fare tutto, ma fare bene ciò che conta.
Controllo delle emozioni
In contesti lavorativi ad alta pressione, mantenere calma e lucidità è fondamentale. Il self management richiede consapevolezza delle proprie reazioni e strategie per regolarle come le tecniche di respirazione, delle pause più frequenti o brevi momenti di debrief.
Capacità decisionale
Un buon self management implica il coraggio di decidere con le informazioni disponibili, valutando rischi e benefici senza rimandare all’infinito.
Problem solving
Ogni professionista affronta problemi quotidiani, non bisogna improvvisare ma avere un approccio strutturato: definizione del problema, analisi delle cause, ipotesi di soluzioni e scelta della più efficace.
Relazioni interpersonali
Il self management implica saper comunicare in modo chiaro, gestire i conflitti e costruire fiducia. Senza queste capacità, anche la migliore organizzazione individuale rischia di perdere efficacia.
Tecniche e strumenti per applicare il self management
Se vuoi sviluppare un buon self management dedica tempo a scrivere le priorità principali, magari con pianificazione settimanale, evitando di sovraccaricare la lista. Questo ti aiuta a gestire bene i tempi da dedicare alle attività importanti e quelli alle più leggere. È utile anche il batching, ovvero, la concentrazione di attività simili in blocchi unici come il leggere e rispondere le e-mail due volte al giorno invece che in modo continuo. Altro strumento utile è la review settimanale, una riflessione su ciò che ha funzionato e su cosa correggere. Questo processo, se ripetuto, diventa una forma di feedback costante.
Dopo quattro settimane, puoi notare dei miglioramenti, le consegne sono puntuali, i clienti hanno un quadro più chiaro e il livello di stress è ridotto.
Applicare il self management al proprio modo di lavorare permette di introdurre tanti piccoli accorgimenti costanti che, sommati, producono effetti significativi sull’attività.
Ogni professionista può adattare il metodo alla propria realtà, chi lavora in azienda lo userà per gestire riunioni, obiettivi e collaborazioni; chi opera come freelance lo declinerà per organizzare scadenze e relazioni con i clienti. In entrambi i casi, il filo conduttore resta lo stesso, cioè, maggiore consapevolezza e minore dispersione di energie.
Il self management è quindi una competenza che si costruisce nel tempo, con pazienza e pratica. Non richiede strumenti complessi, ma disciplina e la volontà di osservare con onestà il proprio modo di lavorare. Alla lunga diventa un vero e proprio vantaggio competitivo, perché permette di mantenere solidità anche in contesti particolarmente mutevoli.
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