Da quando tutti possono trarre profitto con lo scambio tra le valute, grazie alla diffusione del forex trading, la figura del broker finanziario viene sempre più di frequente tirata in ballo. In questo articolo, dopo un’introduzione sul significato della parola “broker”, analizzeremo in dettaglio tutto quello che c’è da sapere sulla sua professione, vale a dire:

E, naturalmente, molto altro ancora.

Significato Broker

Il termine “broker” deriva dall’inglese ed in italiano viene tradotto come “intermediario”. L’etimologia deriva dal francese antico, visto che “broçeur” indicava il ruolo del piccolo commerciante, mentre “brocheor” la figura del rivenditore di vino. Quindi, nello specifico, il suo ruolo è quello di organizzare transazioni fra acquirenti e venditori, guadagnando una commissione una volta che l’affare viene ultimato.

Chi può essere broker? In relazione alle parti che concludono l’affare, il broker può essere una persona fisica, ma anche un gruppo di persone, come un’agenzia d’affari o un’agenzia di rappresentanza commerciale.
Se le prime sono imprese che garantiscono intermediazione per la trattazione di affari altrui, attraverso la prestazione della propria opera ai richiedenti e una dettagliata attività di raccolta dei documenti attinenti alle esigenze delle transazioni da seguire, le seconde, invece, sono agenzie d’affari regolamentate come un agente di commercio plurimandatario, alla costante ricerca di intermediazioni commerciali in ambito nazionale e internazionale, a nome di un singolo committente o di più committenti.

Cosa fa di concreto un broker?

In termini tecnici, un broker, in rappresentanza del proprio cliente, una volta ricevuto un mandato, si occupa di acquistare e di vendere l’asset migliore, sulla base delle esigenze del mandante.

Come si diventa broker?

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Leonardo Di caprio, in “The Wolf of Wall Street”, è un broker dal grande successo

Di Self-Made Men come Jordan Belfort, interpretato magistralmente da Leonardo Di Caprio nel film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street” ce ne sono pochissimi. Occorre in primo luogo studiare economia all’Università, anche se non ci sono corsi specifici per diventare broker. La laurea non è richiesta, ma è di aiuto. Si può poi proseguire la specializzazione con un Master in Business Administration. Per avere una preparazione multidisciplinare nel ramo finanziario, occorre aggiornarsi. Quindi, la formazione continua è di vitale importanza per questo lavoro.

Fatta questa doverosa premessa, approfondire ogni singolo tema in ambito “Finanza” aiuta e non poco a capire le dinamiche di un mercato imprevedibile come quello attuale, dove solo chi anticipa i cambiamenti alla fine riesce a spuntarla.

La conoscenza approfondita delle lingue straniere è essenziale per operare nei mercati internazionali. Dando per scontato che oggi tutti (o quasi) sanno comunicare in inglese, conoscere lingue molto diffuse quali lo spagnolo o il francese e le lingue parlate nei mercati emergenti, come il cinese e il russo, assicura una marcia in più.

In questa professione, però, i titoli di studio non sono tutto. Bisogna dimostrare di avere etica ed onorabilità nel campo. A tal proposito, vi è un Esame di Stato, suddiviso in due prove (scritta e orale): se si supera questo passo, si potrà disporre di tutti i titoli “cartacei” per poter ricoprire il ruolo di broker. Nello specifico, si fa riferimento all’iscrizione all’Albo dei broker. Ma il vantaggio competitivo di questa professione risiede principalmente nell’intuito. Capire prima di tutti i movimenti azionari vuol dire fare soldi.

Che differenza c’è tra broker e mediatore?

Premettendo che entrambi i ruoli vengono inquadrati dal punto di vista giuridico come ausiliari del commercio, occorre precisare che il broker effettua un’intermediazione a vantaggio degli interessi di una o più parti (non di tutte), mentre il mediatore è una figura neutrale con il dovere di rappresentare in maniera imparziale tutte le parti.

Va detto, infatti, che il broker può stringere relazioni con una o più parti rappresentate, mentre il mediatore non può farlo, in quanto si ritroverebbe in una posizione di conflitto di interesse. Per questo motivo, in termini contrattualistici, il broker opera tramite rapporto di mandato, il mediatore ottiene l’incarico di mediazione.

In quanto intermediari, i broker possono garantire alle parti rappresentate, venditori o acquirenti che siano, informazioni di mercato specie nell’ambito dei prezzi, dei prodotti e delle condizioni. Il mediatore non può farlo, perché deve rappresentare in contemporanea venditori e acquirenti, come già detto, ricoprendo un ruolo al di sopra delle parti.

Quanti tipi di broker esistono?

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Tutte le diverse posizioni da broker hanno in comune la funzione di intermediazione

Tanti.
Nel dettaglio:

  • Agente di cambio: noto come “stock broker“, è colui che, dopo aver ricevuto mandato dal cliente, va prima alla ricerca e poi all’acquisto nel mercato di riferimento del prodotto al miglior rapporto qualità-prezzo.
  • Agente di commercio: questa figura deve essere iscritta all’INPS, al Registro Imprese nella sezione speciale, ed essere in possesso di un numero R.E.A. della Camera di Commercio di appartenenza ed avere un mandato di agenzia. Il suo ruolo consiste nel promuovere contratti commerciali di vendita tra acquirenti potenziali ed aziende committenti, operando in base ad un contratto di agenzia, motivo per cui il suo raggio d’azione è vincolato ad una determinata area geografica.
  • Agente immobiliare: in genere, trattasi di un dipendente di un’agenzia immobiliare che ha lo scopo di agevolare la conclusione di un contratto di compravendita di un immobile. Rientrano tra le sue attività, la valutazione del valore dell’immobile, la sua pubblicizzazione e l’assistenza dell’acquirente e del venditore in tutte le fasi di negoziazione. Se l’immobile viene acquistato dal cliente, viene definito il “compromesso”, ossia il contratto preliminare di acquisto. Infine, si procede con il rogito finale. Cosa guadagna l’agente immobiliare? Una quota percentuale sul prezzo di vendita dell’immobile che viene pagata dall’agenzia per il lavoro svolto.
  • Broker assicurativo: un professionista che ha il compito di mediare tra i clienti e le compagnie di assicurazione. Tocca a questa figura effettuare un’analisi a monte dei rischi da assicurare con l’intento di garantire la copertura ad hoc, e la ricerca delle migliori condizioni per il cliente di turno. Come è facile intuire, un’approfondita conoscenza del mercato assicurativo ed un’esperienza pluriennale nell’ambito delle negoziazioni con le compagnie assicurative fanno la differenza in questo lavoro.
  • Information broker: figura di nicchia in Italia e ben più diffusa al di fuori dei confini nazionali. Il suo ruolo? Recuperare, organizzare e interpretare documenti per aziende e privati, specie nel ramo dei brevetti o nelle ricerche di mercato.

Fino a quanto può guadagnare un broker?

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Il guadagno di un broker dipende dal settore di riferimento: trading o forex

Domanda a cui è impossibile dare una risposta precisa, visto che le entrate dipendono dalle abilità personali, come lo spirito di intraprendenza, e dall’andamento del mercato. La risposta giusta è quindi “dipende”. Vi sono professionisti nel settore del trading e del forex che guadagnano grosse cifre (anche fino a 50.000 euro al mese), perché sono stati in grado, prima di tutti, di prevedere i cambiamenti del mercato.

L’importante è non credere che è possibile fare soldi facili con il forex o guadagnare cifre enormi, facendo trading con le criptovalute su IQ Option. Quello della finanza speculativa è un mercato immenso, dove chi è alle prime armi deve sentirsi come il più piccolo dei pesci nell’Oceano. E come si sa, gli squali sono sempre in agguato.
E, soprattutto, mai barare. Basta non rigare dritto con uno dei propri clienti, per vedersi mandare all’aria la propria carriera, a seguito di una recensione negativa su internet.

Vantaggi e svantaggi del ricorso al broker

Fare affidamento su un intermediario che conosca il mercato è un aspetto senz’altro positivo perché, da un lato, avrà già stabilito consolidate relazioni con clienti effettivi e potenziali e, dall’altro, disporrà di tutte le risorse necessarie per raggiungere gli acquirenti, cosa che un produttore, da solo, non riuscirebbe mai a fare. In termini di costi, poi, specie nei mercati piccoli, dove vi è una gamma di prodotti non particolarmente variegata, ricorrere a un broker è una soluzione economica.

E gli svantaggi? Prima di dare mandato a un broker, occorre cautela. La verifica dei titoli in possesso dell’intermediario è uno step preliminare necessario. A norma di legge, gli intermediari devono avere requisiti e titoli precisi per poter operare nei mercati di riferimento.

Conclusioni

Tanti, oggigiorno, soprattutto quelli che studiano economia all’università, sognano di diventare broker, vista la strategicità del suo ruolo che si pone da intermediario fra i clienti e i mercati, dove vengono acquistati e venduti ogni giorno una miriade di prodotti finanziari.

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