Le condizioni per la formazione di un diamante (pressione, temperatura e tempi di raffreddamento) non avvengono in maniera costante il che può causare delle disomogeneità interne (inclusioni) che possono sì influire in maniera più o meno importante sul valore di un diamante, ma sono anche caratteristiche identificative dell’origine naturale della pietra.

Le inclusioni vanno a determinare quella che è la purezza dei diamanti e dunque il loro valore. L’osservazione delle caratteristiche interne per determinare il valore dei diamanti risale all’inizio XX secolo a Parigi (allora centro mondiale del commercio di diamanti).

Nel 1920 il GIA (Istituto Gemmologico Americano) creò la prima scala di classificazione della purezza dei diamanti. Questo nuovo sistema prendeva in considerazione l’aumento in numero e dimensione delle inclusioni presenti nonché la loro dimensione.

 

Oggi questa scala di valori per la classificazione della purezza dei diamanti va dal valore “flawless” (diamante perfetto senza inclusioni o esclusioni) a “included” (inclusioni visibili a occhio nudo).

In accordo con l’International Diamond Council nella classificazione della purezza di un diamante vengono prese in considerazione solo le caratteristiche interne mentre quelle esterne (esclusioni) di minor entità e le caratteristiche strutturali poco visibili vengono menzionate alla voce “commenti” o “caratteristiche identificative”.

La classificazione della purezza dei diamanti

Dunque come abbiamo visto quando parliamo di purezza dei diamanti ci riferiamo al grado di inclusioni che questi contengono. Ma quali sono le tipologie di inclusioni di un diamante:

Sfaldatura (cleavages): avvengono lungo i piani di sfaldatura del cristallo e hanno sempre un andamento rettilineo

Frattura (fractures): si possono sviluppare in qualsiasi direzione e non seguono i piani di sfaldatura. Hanno un aspetto irregolare e frastagliato e sono causate principalmente da tensioni di tipo meccanico.

Inclusioni cristalline: minerali inclusi che possono apparire in diverse gradazioni di colore (da incolore a nero) e possono variare anche per forma e dimensione

Nuvole (clouds): zone a ridotta trasparenza formate da microscopici cristalli, ne esiste una varietà infinita.

Cavità (cavities): inclusioni naturali che iniziano all’esterno della pietra e proseguono verso l’interno

Piume (feathers): rotture perpendicolari ai piani di sfaldatura

Condizioni indispensabili per la classificazione della purezza

Affinché ci possa essere un’affidabile e universalmente accettata classificazione della purezza dei diamanti sono necessarie delle condizioni ben precise. Tuttavia a causa dell’illimitato numero di possibili caratteristiche di purezza di un diamante è impossibile creare definizioni assolute.

In generale comunque per determinare correttamente la purezza dei diamanti le caratteristiche da osservare sono:

  • Dimensione e numero delle inclusioni
  • Relativa visibilità delle inclusioni
  • Aspetto delle inclusioni
  • Natura delle inclusioni
  • Posizione delle inclusioni
  • Tipologia delle inclusioni
  • Effetti su brillantezza/durevolezza dei del diamante
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